“C’è sembrato giusto dar conto all’esterno di come l’ente è organizzato, cosa fa, che vision ha e che mission deve realizzare. Dare conto nel vero senso della parola, tant’è che l’abbiamo chiamato rendiconto di sostenibilità e non bilancio, perché non siamo un ente che ha scopo di lucro. Da questo punto di vista, quindi, spiegare come siamo organizzati e quello che facciamo era essenziale”. A parlare è Filippo Trifiletti, direttore generale di Accredia, l’ente unico nazionale di accreditamento, in una intervista a Gea in cui rivela le motivazioni alla base della presentazione del primo rendiconto di sostenibilità dell’ente. “Abbiamo messo un accento particolare sull’aspetto delle competenze, perché nelle valutazioni tecniche che noi facciamo sui soggetti accreditati, avere degli ispettori competenti, aggiornati e ben selezionati è veramente essenziale”.
Il filone della certificazione “si va rafforzando perché la legislazione europea di nuovo si occuperà in termini ancora più impegnativi dei sistemi di gestione dell’energia e quindi per quella che noi chiamiamo l’industria TIC – Testing, Inspection e Certification – cioè i soggetti accreditati, laboratori e organismi”, prosegue Trifiletti che sottolinea come il “concetto di sostenibilità ambientale ha veramente tantissime declinazioni”.
In questo senso, ne è convinto il direttore generale di Accredia, “avremo un ruolo importante, lo prevede già la direttiva europea sulla dichiarazione di sostenibilità che lascia la porta aperta per certificare questi bilanci, sia alle società di revisione che agli organismi di certificazione, chiedendo che in questo caso siano accreditati”. Di sicuro, conclude, “noi possiamo garantire che gli organismi di certificazione accreditati operano con indipendenza, con competenza e vorrei sottolineare in questo campo con imparzialità”.