Ue cerca l’accordo contro l’aumento dei prezzi di gas ed elettricità in bolletta

Gli ambasciatori dei 27 Stati membri Ue hanno avuto mercoledì un primo "confronto preliminare" sulle misure e a quanto si apprende a Bruxelles si sono mostrati tutti "piuttosto favorevoli" alla proposta in generale

Due settimane esatte per trovare un accordo sul piano Ue contro l’aumento dei prezzi di gas ed elettricità in bolletta. I ministri europei dell’Energia si incontreranno il 30 settembre a Bruxelles in una nuova riunione straordinaria per discutere (e verosimilmente approvare) le misure di emergenza contro il caro energia annunciate mercoledì dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che includono una riduzione della domanda di elettricità nelle ore di punta, un tetto sugli extra profitti dei produttori di energia elettrica a costi bassi (come rinnovabili e nucleare), un contributo di solidarietà dalle imprese attive nel fossile e sostegni mirati alle energivore.

Gli ambasciatori dei 27 Stati membri Ue hanno avuto mercoledì, subito dopo la presentazione del pacchetto, un primo “confronto preliminare” sulle misure e a quanto si apprende a Bruxelles si sono mostrati tutti “piuttosto favorevoli” alla proposta in generale. Ci sono degli elementi della proposta su cui si dovrà lavorare per trovare un compromesso ed è per questo che la presidenza di turno della Repubblica ceca proporrà ai governi una nuova bozza rivista rispetto alla proposta della Commissione per una nuova riunione che si terrà la prossima settimana sempre a livello di ambasciatori.

Come era successo a luglio per il piano di riduzione della domanda di gas, il nodo principale da sciogliere sarà se rendere obbligatorio il taglio del 5% della domanda di energia elettrica del 5% durante le ore di picco, come proposto da Bruxelles. La Commissione ha chiesto poi ai governi di ridurre la domanda complessiva di elettricità di almeno il 10% fino al 31 marzo 2023, ma senza imporgli un obbligo vincolante e concedendo “flessibilità” per scegliere quali misure introdurre per arrivare a centrare l’obiettivo. Nel piano Bruxelles stima che una riduzione della domanda nelle ore di punta porterebbe a una riduzione del consumo di gas di 1,2 miliardi di metri cubi durante l’inverno.

Ma gli Stati sono generalmente più reticenti ad accordarsi su misure che vengono imposte in maniera obbligatoria da Bruxelles, e questo potrebbe rallentare i tempi. Secondo fonti diplomatiche ci sono vari Stati membri come il Belgio, la Francia, la Polonia e la Spagna che al momento preferiscono che il taglio della domanda sia su base volontaria, anche per non creare tensioni sociali tra consumatori e imprese. Un tentativo di compromesso potrebbe essere decidere di fare come si è fatto per il gas, ovvero scegliere un approccio volontario, che diventa obbligatorio di fronte a una crisi. Altro nodo da sciogliere sarà come utilizzare in modo efficace il tetto sui ricavi delle società che producono energia a costi più bassi (come le rinnovabili) e il prelievo sulle società attive con le fossili, con cui Bruxelles stima di raccogliere oltre 140 miliardi di euro.

Le riunioni tecniche tra i rappresentanti permanenti presso l’Ue che si terranno nei prossimi quindici giorni serviranno a spianare la strada alla riunione dei ministri dell’Energia convocata d’urgenza per il 30 settembre. Per discutere e approvare con urgenza le misure. Tempi stretti ma necessari per dare modo di affrontare la questione ai capi di stato e di governo che si incontreranno in ottobre due volte, a Praga per un vertice informale il 6-7 ottobre e a Bruxelles il 20-21 ottobre in un vertice ordinario in cui il tema energia sarà dominante, soprattutto la questione del tetto al prezzo del gas che è per ora è stata esclusa dal piano di emergenza presentato da Bruxelles.