Edilizia in legno, potenzialità ancora da esplorare

Angelo Marchetti, presidente di Assolegno, racconta: "Se fino a 15 anni fa si pensava al legno come base per semplici chalet, oggi siamo arrivati a costruire case a schiera, condomini e perfino interi quartieri"

bioedilizia

Nell’era della svolta green, il più antico materiale da costruzione utilizzato dall’uomo sta andando incontro a una “seconda giovinezza“. Il legno rappresenta l’elemento principe della bioedilizia, la tecnica di progettazione, costruzione e gestione degli immobili che punta a minimizzare l’impatto negativo sull’ambiente. Impatto che, guardando ai numeri, risulta oggi notevole. Secondo l’ultimo rapporto di Global Alliance for Buildings and Construction (organismo dell’Onu preposto alla diffusione della cultura dell’edilizia sostenibile), il 37% delle emissioni globali di CO2 nel 2020 è collegato al comparto edilizio. Una quota superiore, ad esempio, a quella dei trasporti (23%). Alla filiera edile è addebitabile anche un terzo del consumo di energia elettrica e acqua potabile. Il settore delle costruzioni è dunque uno dei primi sui quali occorre intervenire sulla strada verso la neutralità climatica.

La scelta dei materiali ricopre un ruolo chiave nel mondo della bioedilizia, assieme all’integrazione di sistemi e impianti capaci di sfruttare al massimo le fonti rinnovabili di energia (solare, eolica, geotermica). Sughero, paglia, bambù, lino, fibra di cocco e lana di cellulosa sono alcuni degli elementi di origine organica impiegati soprattutto come isolanti.

L’optimum è però rappresentato dal legno: da un lato è rinnovabile, riciclabile e richiede un basso consumo di energia nelle fasi di produzione e posa; dall’altro vanta ottime caratteristiche di isolamento termico e acustico, oltre che solidità. “Il legno è sinonimo di sostenibilità con la S maiuscola, grazie anche alla sua capacità di assorbire anidride carbonica“, afferma, parlando con Gea, Angelo Marchetti, presidente di Assolegno, realtà che riunisce circa 500 aziende operanti nella filiera del legno per costruzioni. “I trend indicano una forte crescita nell’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale, e il legno in tal senso rappresenta un materiale a energia verde. Se fino a 15 anni fa si pensava al legno come base per semplici chalet, oggi siamo arrivati a costruire case a schiera, condomini e perfino interi quartieri“, aggiunge.

La diffusione di edifici in legno in Italia non è ancora elevata, ma il trend è in crescita. Secondo il Centro Studi di FederlegnoArredo, nel 2020 sette permessi di costruire su dieci in Italia hanno riguardato la bioedilizia, mentre le costruzioni in legno hanno generato un valore di 1,39 miliardi di euro. Sono circa 3.000 le nuove abitazioni in legno realizzate nel biennio 2020-21, con una notevole sproporzione a livello geografico verso il Nord Italia: 204 in Lombardia, 141 in Trentino-Alto Adige, 107 in Veneto ma, per contro, appena 7 in Puglia, 5 in Sicilia e 3 in Campania. Uno squilibrio che riguarda anche le aziende costruttrici, visto che quasi la metà (49%) del totale italiano ha sede tra le province autonome di Trento e Bolzano. Il gap territoriale viene confermato dal presidente di Assolegno, secondo cui però al Sud si sta verificando un “aumento delle richieste di costruzioni in legno soprattutto legato al turismo: ristoranti, hotel, stutture ricettive che mirano ad andare incontro alla sensibilità dei vacanzieri stranieri. All’estero il mercato dell’edilizia in legno è più maturo, nel nostro Meridione non ha ancora preso piede per il residenziale ma la motivazione non è di tipo climatico: il legno è un ottimo isolante anche per le regioni più torride“.

Gli ultimi consuntivi di Assolegno indicano una crescita a due cifre anche per il 2021 e un buon andamento degli ordini per quest’anno. Le preoccupazioni, anche qui, sono legate al boom dei prezzi. “Il costo del legname da costruzione è praticamente triplicato in un anno quando nel decennio precedente era cresciuto solo del 5% – racconta Marchetti. – L’Italia importa l’80% del suo fabbisogno dall’estero ed è quindi soggetta a forti speculazioni“. Di recente, Assolegno ha promosso la creazione della Borsa italiano del legno, una piattaforma che mira a far incontrare domanda e offerta e ad avvicinare il settore forestale a quello industriale. Secondo Marchetti, è necessario comunque utilizzare maggiormente il patrimonio boschivo italiano (circa un terzo del territorio), nel rispetto degli ecosistemi naturali: “Un bosco ben gestito è migliore di uno abbandonato anche sul fronte del rischio idrogeologico e degli incendi. Oggi in Italia il legname è usato soprattutto come materiale da ardere, occorre usarlo di più in campo costruttivo“. Una buona spinta all’edilizia in legno potrebbe arrivare anche dai progetti finanziati dal Pnrr. “Certamente è un’opportunità importante, così come il Superbonus”, conferma il numero uno di Assolegno. Che però avverte: “La preoccupazione riguarda tutte le gare già fatte e basate su prezziari oggi insostenibili. Bisogna intervenire in fretta perché il 2026 (scadenza per molte delle opere legate al Pnrr, ndr) è praticamente dietro l’angolo“.

(Photo credits: Fred TANNEAU / AFP)