Governo, dal Pnrr al gas: l’Italia non può permettersi la follia di una crisi
Se non si dovesse trovare una dignitosa via di fuga di qui a mercoledì, quando il premier Mario Draghi si presenterà alle Camere, il pericolo che l'Italia sbandi è molto alto. Ad esempio, diventerebbe un rompicapo il rebus energetico
Sarà un week-end molto caldo. E non solo dal punto di vista strettamente climatico. Restano pochi giorni per rimettere insieme i cocci di un Governo che si sbriciolano in un giovedì di straordinaria follia italica, fra trattative sommergibilistiche, chiacchiere strumentali e orditure politiche vecchio stile. Se non si dovesse trovare una dignitosa via di fuga di qui a mercoledì, quando il premier Mario Draghi si presenterà alle Camere, il pericolo che l’Italia sbandi è molto alto. Perché nel caso di elezioni anticipate, a fine settembre e dintorni, si arenerebbero alcuni dossier delicatissimi che sono ancora aperti.
Ad esempio, diventerebbe un rompicapo il rebus energetico. Perché il Governo con poteri limitati all’ordinaria amministrazione non potrebbe più portare a termine l’opera di diversificazione delle forniture di gas per rendersi ‘libero’ dalla catene russe. Tanto per capirsi, lunedì e martedì è in calendario il vertice italo-algerino: ci andrà Draghi? Si che ci andrà. Ma come? Da dimissionando? Ci andrà con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, pure lui con un piede fuori dalla Farnesina… E più semplicemente, chi si occuperà e si preoccuperà degli stoccaggi? Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, pure lui nella situazione di Di Maio? Domande da pelle d’oca per tutti. O quasi tutti.
E poi il Pnrr. Draghi è sempre stato la carta che il Governo ha potuto calare sul tavolo europeo per tacitare qualsiasi perplessità sul nostro conto. Una sorta di assicurazione sul futuro prossimo. Il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pnrr e la rata da 21 miliardi diventeranno più difficili da ‘staccare’ in una condizione di instabilità, con le elezioni alle porte. E legato al Pnrr c’è il Ddl Concorrenza. A proposito di decreti, il Dl Emergenza (o Aiuti) verrebbe insabbiato dall’empasse parlamentare: ballano 10 miliardi per proteggere i crediti di imposta a favore delle imprese energivore e gasivore, oltre ai tagli delle accise sui carburanti. Non proprio peanuts…