Secondo la nuova analisi dell’Aie, presentata nell’ambito della settima Conferenza annuale sull’efficienza energetica, raddoppiando l’attuale tasso globale di miglioramento dell’intensità energetica al 4% annuo si potrebbero evitare 95 exajoule all’anno di consumo finale di energia entro la fine di questo decennio, rispetto a un percorso basato sulle attuali politiche. Ciò equivale all’attuale consumo energetico annuale della Cina. Questo livello di risparmio ridurrebbe le emissioni globali di CO2 di altri 5 miliardi di tonnellate all’anno entro il 2030, circa un terzo degli sforzi totali di riduzione delle emissioni necessari in questo decennio per portare il mondo su un percorso che porti a emissioni nette zero entro la metà del secolo, come indicato nella Net Zero Roadmap pubblicata dall’Aie lo scorso anno.
Questi ulteriori sforzi di efficienza ridurrebbero la spesa globale per l’energia. Ad esempio, le sole famiglie potrebbero risparmiare fino a 650 miliardi di dollari all’anno sulle bollette energetiche entro la fine del decennio rispetto a quanto avrebbero speso in un percorso basato sulle attuali politiche. La quantità di gas naturale che il mondo eviterebbe di utilizzare sarebbe pari a quattro volte quella che l’Unione Europea ha importato dalla Russia lo scorso anno, mentre la riduzione del consumo di petrolio sarebbe pari a quasi 30 milioni di barili di petrolio al giorno, circa il triplo della produzione media della Russia nel 2021. Rispetto a oggi, questa spinta globale all’efficienza contribuirebbe a creare 10 milioni di posti di lavoro aggiuntivi in settori che vanno dalla ristrutturazione degli edifici alla produzione e alle infrastrutture di trasporto.
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