In 20 anni, dal 2000 al 2020, il consumo di energia per il raffrescamento negli edifici è raddoppiato, rendendolo l’uso finale in più rapida crescita negli edifici, motivato da una combinazione di temperature più calde e maggiore attività. Lo sostiene l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) nel suo rapporto sul raffreddamento. Al 2020 la domanda di energia per il raffreddamento è stata di 1.885 TWh. Senza un’attenzione sull’efficienza degli apparecchi, continua l’Agenzia, il consumo di energia per il raffreddamento degli ambienti potrebbe più che raddoppiare da qui al 2040 a causa della maggiore attività e del ricorso all’aria condizionata.
LA CORSA AL FRESCO DI CINA, INDIA E INDONESIA
In base all’ultimo aggiornamento (2019), nel mondo ci sarebbero poco più di un miliardo e mezzo di condizionatori che potrebbero diventare, nelle proiezioni di Iea al 2050, oltre cinque miliardi e mezzo. La corsa maggiore sarebbe intrapresa da Paesi come Cina e India, mentre gli Usa resterebbero stabili. Al 2016 Giappone e Corea ne contavano 207 milioni, gli Usa 374 milioni, la Cina 569 milioni e l’Unione Europea 97 milioni. La quota di mercato cinese è raddoppiata negli ultimi due decenni, tanto che ora rappresenta il 40% del mercato globale dei condizionatori d’aria e dei refrigeratori. Mentre Cina, Stati Uniti e Giappone coprono insieme i due terzi del mercato con oltre un miliardo di unità vendute in questi Paesi nell’ultimo decennio; la domanda di condizionatori è aumentata più rapidamente in India e Indonesia, con installazioni medie annue in aumento a un ritmo tasso di circa il 10% dal 2010.
IN GIAPPONE IL 91% DELLE FAMIGLIE HA UN CONDIZIONATORE
Interessante è anche il dato (2018) sulla percentuale di famiglie, per Paese, che possiedono un condizionatore in casa. In Giappone il 91% delle famiglie ne ha uno; un po’ meno (90%) negli States; l’86% nella Corea del Sud e il 63% nell’Arabia Saudita. In coda Indonesia (9%), Sudafrica (6%) e India (5%), ma si è visto come saranno proprio queste nazioni nei prossimi anni a installarne di più. Il consumo di energia per il raffreddamento degli ambienti è più che triplicato dal 1990, con implicazioni significative per le reti elettriche, soprattutto durante i periodi di picco della domanda e gli eventi di caldo estremo. La domanda globale di raffreddamento degli ambienti ha continuato a crescere nel 2020, trainata in parte da un maggiore raffreddamento domestico poiché più persone trascorrono più tempo a casa. Il raffreddamento degli ambienti ha rappresentato quasi il 16% del consumo finale di elettricità del settore edilizio nel 2020 (circa 1.885 Twh). In generale la domanda di raffrescamento degli ambienti è aumentata a un ritmo medio del 4% all’anno dal 2000, il doppio rispetto all’illuminazione o al riscaldamento dell’acqua. A livello globale, la domanda di raffreddamento degli ambienti è aumentata dell’1% circa nel 2020. Con molte persone che lavorano da casa, il consumo residenziale è aumentato di oltre il 2% mentre il consumo non residenziale è diminuito dello 0,5% circa, sebbene queste tendenze siano altamente specifiche per regione. Ad esempio, il consumo di energia per il raffreddamento in Cina e in India è aumentato sia nel sottosettore residenziale che in quello dei servizi e in diversi paesi europei la domanda di elettricità per il raffreddamento degli ambienti è diminuita nel 2020 a causa di un’estate più fresca.
I CONSUMATORI ACQUISTANO CONDIZIONATORI POCO EFFICIENTI
Sebbene sul mercato siano disponibili condizionatori d’aria (AC) ad alta efficienza, spiega Iea, la maggior parte dei consumatori acquista modelli da due a tre volte meno efficienti. L’implementazione di standard di efficienza energetica potrebbe migliorare le prestazioni energetiche dei condizionatori di circa il 50% entro il 2030 e contribuire a mettere in linea il raffreddamento con lo scenario Emissioni nette zero entro il 2050. Sebbene le prestazioni delle apparecchiature per il raffreddamento degli ambienti stiano migliorando continuamente e la produzione di elettricità stia diventando meno ad alta intensità di carbonio, le emissioni di CO2 del raffreddamento degli ambienti stanno aumentando rapidamente, più che raddoppiando a quasi 1 Gt tra il 1990 e il 2020.
IN EUROPA, CON LO SMART WORKING, MAGGIORE RICORSO AI CONDIZIONATORI
Nel 2020, conclude il rapporto Iea, il mercato dell’aria condizionata è stato interessato da sovraccarichi e ondate di caldo in diverse regioni. In Europa, ad esempio, le vendite per apparecchi domestici sono aumentate perché gran parte della popolazione, causa lockdown, lavorava da casa mentre negli Stati Uniti le ondate di caldo hanno fatto aumentare la domanda. Per questo, insieme a una migliore progettazione degli edifici, gli standard di efficienza dei condizionatori sono una misura chiave per evitare l’immissione di altra Co2 nell’atmosfera e impennate di consumi energetici.