La volatilità del mercato dell’energia, in questo periodo storico segnato dalla guerra in Ucraina, penalizza fortemente i lavoratori e le imprese. In merito a tale scenario, il presidente del Consiglio Mario Draghi – intervenendo al XIX Congresso confederale della Cisl, ‘Esserci per Cambiare’ – ha lanciato una sorta di avvertimento: “Queste crisi colpiscono in particolare i cittadini più vulnerabili, le realtà sociali più fragili, e mettono a dura prova la coesione sociale. Ci costringono a ripensare la nostra politica energetica, le nostre catene produttive, il nostro sistema di filiera”, ha dichiarato, mettendo in chiaro il fatto che la necessità, adesso, è quella di investire sulla sicurezza alimentare.
Per tutelare i lavoratori di fronte ai danni provocati dalla crisi, il Governo continua a fornire il suo sostegno. “Abbiamo introdotto l’assegno unico per i figli, un sussidio familiare più semplice, equo, inclusivo, esteso anche agli autonomi, ai disoccupati, agli incapienti”, ha ricordato il premier. Dalle previsioni emerge che la pressione fiscale quest’anno potrebbe calare di 0,4 punti percentuali rispetto al 2021, la riduzione più consistente degli ultimi sei anni. “Al fine di tutelare i cittadini dai rincari energetici abbiamo ampliato la platea di persone che possono usufruire del bonus sociale elettricità e gas e tagliato le accise sui carburanti. Abbiamo introdotto un’indennità una tantum da 200 euro per 28 milioni di italiani“, la sottolineatura di Draghi, il quale ha poi puntualizzato che gli interventi del Governo sono volti a rafforzare l’economia in modo strutturale, per renderla più competitiva e più sostenibile.
Proprio riguardo alla sostenibilità, il premier ha puntualizzato il grado di influenza che il Pnrr può avere su transizione energetica e digitale. “In settori strategici come i semiconduttori e le batterie – per esempio – abbiamo stanziato somme ingenti e avviato progetti innovativi per riportare la produzione in Europa e ridurre la dipendenza dall’estero“, ha detto Draghi accennando infine, sempre per quanto riguarda l’auspicata autonomia dalla Russia, agli accordi presi con i Paesi africani.