Eurelectric: Emissioni elettricità ai minimi nel 2024, ma la domanda non cresce

La chiusura dell'anno per l'Ue ha visto i prezzi più bassi in media, scesi a 82 euro per megawattora all'ingrosso rispetto ai 97 del 2023

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Emissioni al minimo storico e prezzi medi diminuiti, ma la domanda di energia non è aumentata. E’ la fotografia del 2024 scattata da Eurelectric, la federazione dell’industria elettrica europea. In base ai suoi dati, “il 2024 è stato un anno da record per il settore energetico europeo” perché “le emissioni sono state ridotte del 59% rispetto ai livelli del 1990 grazie a maggiori fonti rinnovabili” e, “di conseguenza, l’Ue ha ottenuto il mix di generazione di energia più pulito di sempre”. Inoltre, “i prezzi negativi hanno battuto un altro record, verificandosi 1.480 volte” e “il prezzo medio all’ingrosso dell’elettricità del giorno prima nell’Ue è diminuito del 16% rispetto al 2023”. Invece, “su una nota meno positiva, la domanda di energia non è aumentata dalla crisi, principalmente a causa del basso consumo industriale”.

Secondo i dati di Eurelectric, la chiusura dell’anno per l’Ue è con prezzi dell’elettricità più bassi in media. “Nel 2024, i prezzi all’ingrosso del mercato giornaliero sono scesi a 82 euro per megawattora (euro/MWh) rispetto ai 97 euro/MWh del 2023. Questa media era ancora più bassa, 76 euro/MWh, fino all’ultimo trimestre dell’anno, quando un’impennata dei prezzi del gas, un’elevata domanda invernale, scarse giornate solari e senza vento hanno fatto salire i prezzi, causando diversi picchi in Germania, Ungheria, Romania e Svezia”. Parallelamente, “i prezzi negativi hanno battuto un nuovo record quest’anno, poiché sono stati registrati il ​​17% delle volte in almeno una zona di offerta”, precisa Eurelectric.

Sul fronte delle emissioni, il 2024 ha segnato il dato più basso del settore energetico dell’Ue con un calo del 13% rispetto al 2023. Le energie rinnovabili hanno contribuito al 48% del mix di produzione di energia dell’Ue, seguite dal nucleare al 24% e dai combustibili fossili al 28%, “la quota più bassa di sempre”. E se il nucleare è rimasto “leader nella produzione di energia, l’eolico ha mantenuto il suo primato sul gas naturale rispetto all’anno precedente” e “l’elettricità da idroelettrico e solare fotovoltaico è aumentata notevolmente di oltre 40 TWh anno su anno”: pari alla metà della domanda annuale di energia in Belgio e all’intera domanda annuale in Danimarca.

Il lato problematico è quello della domanda di energia che, in base ai dati, è cresciuta di meno del 2% rispetto al 2023 e rimane inferiore ai livelli pre-crisi. “Parte di questa riduzione deriva da una maggiore efficienza e dai risparmi energetici, tuttavia, oltre il 50% di questo calo è causato dal rallentamento industriale. In Germania, il consumo di energia dell’industria è diminuito del 13% nel 2023 rispetto al 2021 e si prevede che sia ulteriormente calato nel 2024, poiché la produzione industriale è scesa del 4% anno su anno”, evidenzia l’organizzazione.

Infine, secondo la federazione, “promuovere l’elettrificazione industriale deve essere una priorità per la nuova Commissione” e “il Clean Industrial Deal è l’opportunità ideale per fornire nuovi incentivi all’elettrificazione, come la creazione di una banca di elettrificazione, aree di accelerazione dell’elettrificazione e meccanismi di riduzione del rischio per accordi di acquisto di energia a lungo termine”. Per Cillian O’Donoghue, Policy Director di Eurelectric, “investire in una maggiore generazione di energia rinnovabile è la strada giusta per un’economia più competitiva e decarbonizzata, ma deve essere completata da una capacità più solida e flessibile per bilanciare la loro variabilità, limitare la dipendenza dai costosi combustibili fossili e contenere i picchi di prezzo”.