Obiettivo raggiunto (e in anticipo sulle previsioni). L’Italia stocca oggi il 90% del gas nelle riserve, ben prima della fine dell’autunno.
Il ministro uscente della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, indossa la spilla con orgoglio, ma condivide il successo: “Un traguardo reso possibile dall’intenso lavoro portato avanti dal governo in questi mesi, grazie anche a Snam e al supporto di Gse e Arera”, sottolinea. Un risultato che verosimilmente consente di puntare verso un obiettivo più ambizioso, “al quale lavoreremo nelle prossime settimane“, assicura, che è quello di aggiungere il 92-93% di riempimento degli stoccaggi, per garantire maggiore flessibilità in caso di picchi sui consumi invernali.
“Siamo in una condizione buona“, conferma Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, nel suo intervento all’Italian Energy Summit organizzato da Il Sole 24 Ore. L’obiettivo raggiunto, ribadisce, consente di “andare oltre e fare un passo avanti“. Basterebbe anche mezzo miliardo di metri cubi in più per avere un vantaggio sull’inverno, considerando anche, spiega, che “più lo stoccaggio è pieno e più è performante in uscita“.
L’indipendenza dalla Russia arriverà non prima dell’inverno 2024-25, osserva l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ma per arrivare a questo servono i rigassificatori. Per riuscire in questa diversificazione dalle fonti di approvvigionamento serve anche una diversificazione “di infrastrutture“.
“La scadenza” per il rigassificatore di Piombino “è fissata al 30 ottobre, e non ho motivo di credere in questo momento che non si possa chiudere positivamente”, commenta Venier. Vanno considerati di certo però anche i tempi per metterlo in funzione: “Dal via libera, avremo sei mesi di intenso lavoro per rendere il rigassificatore disponibile per la prossima estate“.
In Italia, la maggior parte del gas russo sarà rimpiazzato da quello algerino. Proprio oggi, il Gruppo Enel ha siglato con Sonatrach, la compagnia petrolifera statale algerina, una serie di accordi sui contratti di fornitura di gas per un incremento di volumi nel 2022 e nei prossimi anni, oltre che un aggiustamento dei prezzi di vendita che tenga conto delle attuali condizioni di mercato.
Entro il 2030, però dovranno subentrare altre fonti per sostituire il 50% del gas che l’intera Ue importa dalla Russia, principalmente il biometano e l’idrogeno. Anche per questo, “i Dso devono lavorare affinché le proprie reti siano pronte ad accogliere gas diversi e ciò è possibile solo rendendole smart, intelligenti e flessibili“, ricorda l’ad di Italgas, Paolo Gallo, rivendicando che “è esattamente ciò che Italgas fa dal 2017“.