Luce e gas costano meno di un anno fa. Bollette più leggere da novembre

Tuttavia, la preoccupazione degli investitori e degli operatori è legata alla tenuta dei flussi di gas, al clima, alla effettiva capacità dei nuovi rigassificatori, all'offerta di gas liquefatto

Il mercato toglie, il mercato dà. E senza nessun price cap. Tra il 22 e il 28 agosto, 34esima settimana dell’anno, il prezzo medio giornaliero del gas in Italia (lasciamo stare il Ttf olandese, il cui future su settembre toccò proprio a fine agosto i 349 euro/MWh) è stato di 284 euro per megawattora con un rialzo del 25% rispetto alla settimana precedente. Secondo l’ultimo report del Gestore del mercato elettrico invece il prezzo medio in Italia nella settimana n° 42, dal 17 al 23 ottobre, è stato di 59,92 euro/MWh, in calo del 36,8% rispetto alla settimana precedente. In due mesi la quotazione del metano nel nostro Paese è scesa di 230 euro. Da segnalare che l’anno scorso, sempre durante la 42esima settimana, il prezzo medio fu di 89,51 euro/MWh. Quindi 30 euro in più rispetto alla situazione attuale.

Il prezzo del gas è di 42,481 euro/MWh e la media di ottobre è di 94 euro, d’altronde il clima è caldo, gli stoccaggi sono strapieni, i flussi via gasdotto sono regolari e a pieno regime (a parte Tarvisio che funziona al lumicino) e c’è grande offerta di Gnl, via Atlantico e non solo. Ai primi di novembre, quindi la prossima settimana, l’Arera comunicherà le tariffe relative a ottobre, dopo la riforma della bolletta, secondo la quale ogni mese varierà il costo e non più ogni trimestre (com’è invece per la luce). Girano ipotesi sulla riduzione che regalerà una boccata d’ossigeno a imprese e famiglie: si va da un -15 a un -30 per cento, a seconda di come chiuderà il mese.

Anche sul fronte energia elettrica, che per il 40% dipende dalle centrali a gas, stiamo assistendo a un crollo delle quotazioni. Tra il 22 e il 28 agosto, 34esima settimana dell’anno, il prezzo medio giornaliero della corrente in Italia è stato di 646,9 euro/MWh, in rialzo del 28,8%. C’erano la siccità, i condizionatori a tutta birra, le centrali nucleari francesi ko. Invece il prezzo medio della luce nella settimana numero 42, dal 17 al 23 ottobre, è stato di 178,87 euro/MWh in calo del 30% nei confronti dell’ottava precedente. Quasi 500 euro in meno in soli due mesi. Fa impressione che un anno fa, sempre nella settimana numero 42, il prezzo medio della corrente era di 226,8 euro per megawattora, in aumento del 7,8% rispetto alla settimana numero 41. In pratica, rispetto allo stesso periodo del 2021, la luce all’ingrosso costa 48 euro in meno.

Il Pun (Prezzo unico nazionale) è di 134 euro per megawattora e la media di ottobre è di 231 euro. Ahinoi, in assenza di indicazioni dal nuovo governo, la bolletta per gran parte delle famiglie e delle piccole imprese non cambierà fino a Capodanno, perchè la rivalutazione delle tariffe è rimasta trimestrale e l’ultimo aggiornamento – col famoso +59% – è di fine settembre, mese nel quale la media del prezzo dell’energia elettrica era di 429,92 euro per megawattora.

Le compagnie, nonostante i crolli delle quotazioni, continuano a proporre offerte medio-alte. Questo perché i futures, sia sul gas sia sulla luce, rimangono alti. La preoccupazione degli investitori e degli operatori è legata alla tenuta dei flussi di gas, al clima, alla effettiva capacità dei nuovi rigassificatori, all’offerta di gas liquefatto: tutte variabili che influiranno sulla possibilità di riempimento degli stoccaggi da primavera in poi, quando l’Europa non potrà più contare sui rifornimenti russi che sono rimasti a pieno regime fino a inizio estate 2022.