Rigassificatori, fotovoltaico, parchi eolici: c’è (sempre) chi dice no

In giro per l'Italia si segnalano numerose proteste (nei confronti di nuovi impianti) e contraddizioni che, in questa fase pre-elettorale, saranno difficili da risolvere

parco eolico

Tutti non vogliono ovviamente passare l’inverno al freddo. Tutti vogliono accelerare la transizione energetica. Tutti si riempiono la bocca di Pnrr. Però… in giro per l’Italia si segnalano numerose proteste (nei confronti di nuovi impianti) e contraddizioni che, in questa fase pre-elettorale, sarà difficile risolvere. Da settimane è in corso una accesa discussione intorno a 13 progetti di parchi eolici off-shore nel mare della Sardegna, circa 700 pale alte 300 metri in grado di fornire una potenza energetica complessiva da quasi diecimila megawatt. Amministratori, ambientalisti, cittadini… un fronte trasversale non vuole diventare “terra di conquista” di presunti speculatori.

Dalla Sardegna, prendendo il traghetto, possiamo fermarci a Civitavecchia dove, pochi mesi fa, è andata in onda una vera e propria rivolta contro la riconversione a gas di una centrale Enel. Alla fine la società partecipata dal governo ha dovuto cedere. In compenso, tornando all’eolico off-shore, proprio ieri Roberta Lombardi (M5S), assessora alla Transizione ecologica e Trasformazione digitale della Regione Lazio, ha benedetto un progetto di 270 megawatt, composto da “27 pale di imponenti dimensioni. Noi abbiamo come obiettivo non solo l’installazione del parco eolico ma di far diventare Civitavecchia a partire dal porto, un polo produttivo manufatturiero del settore eolico del Mediterraneo. Vogliamo farne un’eccellenza del nostro territorio, un distretto delle energie rinnovabili“. E se qualcuno si lamenta? “Penso – ha spiegato la Lombardi – che quando apriamo la bolletta ogni mese, è il caso che cominciamo a uscire dalla sindrome Nimby”.

Da Civitavecchia risaliamo in un altro porto: Piombino. Area dove dovrà sorgere uno dei due rigassificatori-chiave per aumentare l’indipendenza italiana dal gas russo. Nelle ultime settimane si sono registrate numerose proteste contro il progetto. In mezzo a dirigere il traffico delle diatribe il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, nominato da Draghi proprio commissario al rigassificatore. Il presidente ieri commentava “favorevolmente la presa di posizione del ministro Cingolani rispetto alla necessità per la sicurezza e l’interesse nazionale di procedere nel senso che abbiamo concordato e formalizzato”. I 30 enti chiamati a esprimere un parere tecnico sul progetto “già lavorano sul materiale fornito da Snam con l’istanza del 29 giugno” e il decreto prevede il rilascio dell’autorizzazione entro 120 giorni. “Io – ha concluso Giani – sono pronto a poterla rilasciare entro il 29 ottobre. Nel frattempo lavoro sul memorandum, ovvero sui punti a favore di Piombino su cui il governo nella riunione con il ministro Cingolani e Gelmini ci ha accettato, anche se con la necessità di approfondirli“. Deciderà comunque il prossimo governo.

Da Piombino a Ravenna, dove entro un anno dovrebbe entrare in funzione un altro rigassificatore. Anche qui, come in Toscana, è stato nominato commissario all’opera il governatore, Stefano Bonaccini, che da settimane ripete un mantra: “L’impianto va fatto senza se e senza ma”. Non la pensano così alcuni suoi alleati in maggioranza a Bologna, i Verdi, i quali hanno fatto sapere che scenderanno in piazza contro il rigassificatore a fianco di Legambiente, Fridays for Future e del Coordinamento ravennate.

Scendendo lungo l’Adriatico, concludiamo il giro d’Italia delle proteste in Molise, dove la Coldiretti Giovani ha raccolto 1.100 firme che consegnerà all’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, nell’ambito della petizione “Sì all’energia rinnovabile senza il consumo di suolo agricolo”. L’iniziativa, promossa dall’organizzazione su tutto il territorio nazionale, è finalizzata a spingere il fotovoltaico ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole. “Come giovani agricoltori – spiegano – sosteniamo e promuoviamo ogni giorno l’innovazione tecnologica sostenibile ma, destinando i suoli agricoli al fotovoltaico, a breve non ci saranno più terreni da coltivare accelerando così la perdita di biodiversità unica del nostro Paese“.

(Photo credits: FRED TANNEAU / AFP)