Un primo rigassificatore galleggiante acquistato a inizio giugno per 350 milioni di dollari, con una capacità di 5 miliardi di metri cubi. E ora, un secondo acquisto. Snam ha infatti firmato con BW LNG un contratto per l’acquisizione del 100% del capitale sociale di FSRU I Limited, che al closing possiederà come unico asset la nave di stoccaggio e rigassificazione (FSRU) BW Singapore. L’acquisizione sarà finanziata da Snam con mezzi propri per un importo di circa 400 milioni di dollari, che saranno corrisposti in due tranche. La FSRU sarà nella disponibilità di Snam alla data del closing, previsto entro la fine del 2023. Il primo rigassificatore, invece, il Golar Tundra, è atteso per la primavera del 2023.
BW Singapore, costruita nel 2015, ha una capacità massima di stoccaggio di circa 170.000 metri cubi di gas naturale liquefatto (LNG) e una capacità nominale di rigassificazione continua di circa 5 miliardi di metri cubi l’anno. L’unità è stata impiegata fin da subito come FSRU ma può operare anche come nave metaniera per il trasporto del gas naturale liquefatto. Si prevede che la FSRU, attualmente vincolata da un contratto di charter con terze parti fino a novembre 2023, possa essere ubicata nell’Alto Adriatico, in prossimità della costa di Ravenna, e iniziare la propria attività nel terzo trimestre del 2024, a valle della conclusione dell’iter autorizzativo e regolatorio e della realizzazione delle opere necessarie all’ormeggio e al collegamento alla rete di trasporto.
“Con questa operazione – ha commentato Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snam – assicuriamo all’Italia il secondo nuovo rigassificatore galleggiante, che potrà contribuire in modo decisivo alla sicurezza e alla diversificazione energetica del Paese: le due FSRU acquistate nell’ultimo mese da Snam potranno da sole contribuire al 13% del fabbisogno nazionale di gas, portando la capacità di rigassificazione a oltre il 30% della domanda, non appena avremo l’autorizzazione per posizionarle e collegarle alla rete di trasporto nazionale”. Il rigassificatore sarà posizionato nell’Alto Adriatico e potrà così consentire alla nuova unità di intercettare i potenziali nuovi flussi di LNG provenienti dal Nord Africa e dal Mediterraneo Orientale.