L’Italia inizia a virare verso la svolta green e digitale. Lo confermano i dati sul 2021 diffusi durante l’Assemblea annuale di Accredia, l’ente unico nazionale di accreditamento, incaricato dal governo italiano di accreditare, verificandone competenza, imparzialità e indipendenza, gli organismi di certificazione e ispezione, Laboratori di prova e Laboratori di taratura, che attestano la qualità di beni e servizi, verificandone il rispetto agli standard di riferimento. Le certificazioni accreditate dei sistemi di gestione ambientale ed energetica, infatti, sono aumentate entrambe del 15% nell’ultimo anno. Quelle dei sistemi di gestione ambientale Iso 14001, rilasciate alle imprese, sono arrivate a 29.181 unità, mentre per i sistemi di gestione dell’energia Iso 50001 la quota è 3.393.
Le attestazioni ambientali ed energetiche non permettono soltanto di raggiungere obiettivi di sostenibilità, ma producono anche effetti economici positivi (e immediati). Dalla ricerca Accredia-Prometeia, ad esempio, emerge una stima interessante: ogni anno è possibile ridurre del 6,9% le emissioni di Co2, con un beneficio sociale annuo in termini di riduzione di costi esterni pari a 361 milioni di euro. Mentre quelle energetiche permettono la riduzione annua di 6 milioni di tonnellate di Co2, con un risparmio di 170 milioni di euro, per un totale di ben 531 milioni l’anno. Questo trend traina anche quello degli accreditamenti in ambito green ed energetico rilasciati da Accredia agli organismi di certificazione, che infatti sono cresciuti, arrivando rispettivamente a 44 e 18. Nel 2021 la crescita dei sistemi di gestione ha riguardato anche altre tipologie di certificazioni, visto che il totale ha superato quota 150mila, facendo registrare un incremento del 5,2%, gran parte del quale si concentra sui sistemi di gestione per la qualità Iso 9001, con oltre 124mila certificati (+2%). Oltre 26mila quelli per i sistemi di gestione per la salute e sicurezza del lavoro Iso 45001 (+6%), 3.614 dei sistemi di gestione per la prevenzione della corruzione ISO 37001 (+26%) e 1.652 quelli per la sicurezza alimentare (+12%).
I dati di Accredia sono molto positivi anche in ambito informatico, perché negli ultimi 12 mesi sono arrivate a 3.250 quelle dei sistemi di gestione per la sicurezza delle informazioni Iso 27001, con un +13%, dunque quasi triplicate in un quinquennio; mentre sono salite a 283 quelle dei sistemi di gestione per i servizi informatici (+8,2%, con raddoppio in un solo lustro). “Il volume delle certificazioni della qualità di beni e servizi è una misura significativa del miglioramento dei processi di produzione tradizionali e di attenzione, spesso anticipatoria, alle innovazioni. Le richieste di accreditamento a garanzia delle certificazioni forniscono indicazioni fondamentali per calibrare azioni di politica economica, e incentivare percorsi virtuosi e di profitto”, dice il presidente di Accredia, Massimo De Felice. Spiegando che “In Europa le attività si vanno intensificando, con potenziamento di ruolo. Accredia partecipa a tre progetti sostenuti dalla Commissione europea” e il vice direttore dell’ente, Emanuele Riva, “ha assunto la presidenza dell’International Accreditation Forum: potrà unificare, a livello mondiale le componenti del sistema internazionale dell’accreditamento, per adeguarle al modello unificato costruito in Europa e così portare maggiore omogeneità e efficienza nelle procedure di decisione“.
La crescita del settore accreditamenti è comunque generale nel 2021. Accredia è infatti arrivata a gestire 2.129 organismi e laboratori accreditati (+8%), suddivisi in 604 organismi di certificazione e ispezione (+21%), 1.314 laboratori di prova (+3%) e 211 laboratori di taratura (+4%). Questo incremento della domanda di servizi ha comportato sia l’aumento delle giornate di valutazione (18.708 giorni uomo, +11%), sia l’aumento del numero di ispettori ed esperti coinvolti nelle attività di verifiche, salito a 589 (+6%). Anche nell’ambito del Pnrr, se applicate, le certificazioni rappresentano uno degli strumenti più affidabili per impiegare le risorse assegnate e realizzare gli interventi nei tempi previsti. Inoltre, producono esternalità positive, come svelato dalla ricerca condotta da Censis e Accredia, secondo cui qualora, al 2023, si arrivasse a 150mila aziende certificate dalle attuali 80mila, ci sarebbe un aumento di Pil di 30 miliardi di euro all’anno. Per cambiare paradigma, dunque, c’è un’arma in più a disposizione della Pa e delle aziende.