Taglio consumi e tetto extra profitti: le misure Ue contro il caro energia

I ministri europei dell’energia hanno impiegato poco meno di un’ora per trovare un accordo politico sulle misure proposte dalla Commissione europea lo scorso 14 settembre

Riduzione della domanda di elettricità, un tetto massimo sui ricavi dei produttori di elettricità a costi bassi (gli ‘inframarginali’), un prelievo da parte delle società di combustibili fossili. I ministri europei dell’energia hanno impiegato poco meno di un’ora per trovare un accordo politico sulle misure di emergenza contro il caro energia proposte dalla Commissione europea lo scorso 14 settembre, che secondo le stime di Bruxelles consentiranno di raccogliere circa 140 miliardi di euro (117 miliardi di euro dai ricavi inframarginali e altri 25 miliardi da un contributo di solidarietà dalle aziende delle fossili) da poter redistribuire ai consumatori, famiglie e imprese, più colpiti dalla crisi dei prezzi. All’accordo politico raggiunto sul regolamento del Consiglio, spiegano fonti, seguirà una procedura scritta per l’adozione formale, con l’idea di arrivare al via libera definitivo (con pubblicazione in Gazzetta ufficiale) entro la fine della prossima settimana.

I ministri hanno approvato senza difficoltà le misure dopo circa due settimane di lavoro preparatorio degli ambasciatori dei 27 Stati membri, mediato dalla presidenza di turno della Repubblica ceca con quattro bozze di compromesso presentate alle capitali negli ultimi 14 giorni. Le misure approvate dai ministri sono quattro: una riduzione obbligatoria della domanda di elettricità, un tetto pari a 180 euro/megawattora sugli extra profitti dei produttori di elettricità “inframarginali”, un prelievo definito “contributo di solidarietà” per i produttori di energia da combustibili fossili, e la possibilità per gli Stati membri di fissare temporaneamente un prezzo per la fornitura di elettricità alle piccole e medie imprese per sostenere ulteriormente le PMI contro i prezzi elevati dell’energia. Nello specifico, la prima misura consiste in una riduzione obbligatoria del 5% del consumo di elettricità durante le ore di picco e un obiettivo su base volontaria di riduzione del 10% del consumo lordo di elettricità, da calcolare individuando il 10% delle ore di punta tra il primo dicembre 2022 e il 31 marzo 2023. Gli Stati membri potranno decidere quali misure introdurre per ridurre i consumi in questi quattro mesi.

La seconda misura prevede di fissare un tetto pari a 180 euro/MegaWattora (MWh) sui ricavi dei produttori di elettricità non da gas a basso costo (gli inframarginali, come rinnovabili e nucleare) che secondo l’Ue stanno ottenendo “guadagni inaspettati” senza vedere anche un aumento dei loro costi di produzione. La terza misura prevede di fissare un “contributo di solidarietà”, ovvero un prelievo obbligatorio del 33% sui profitti delle imprese attive nei settori del “petrolio greggio, del gas naturale, del carbone e delle raffinerie, si legge in una nota del Consiglio. Il prelievo è da calcolare sugli utili che superano un aumento del 20% dell’utile imponibile medio annuo degli ultimi tre anni (dal 2018) e si inizierà a calcolare nell’anno fiscale che inizia nel 2022 e/o nel 2023. Su iniziativa della presidenza di Praga, l’accordo prevede che il contributo di solidarietà possa essere sostituito da “misure nazionali equivalenti” già applicate a livello nazionale. In entrambi i casi saranno i governi a decidere come raccogliere e reindirizzare le entrate in eccesso verso i consumatori.

In ultimo, rispetto alla proposta originaria della Commissione europea, i ministri vogliono introdurre la possibilità per gli Stati membri di “fissare temporaneamente un prezzo per la fornitura di elettricità alle piccole e medie imprese per sostenere ulteriormente le Pmi alle prese con prezzi elevati dell’energia. In conferenza stampa al termine del Consiglio, la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, ha definito l’accordo “un altro passo avanti per affrontare l’attuale crisi energetica”, il risultato di un compromesso tra gli “elementi principali della proposta della Commissione e le preoccupazioni degli Stati membri”. Queste misure di emergenza, a cui a metà ottobre seguirà una proposta per estendere l’attuale quadro temporaneo di aiuti di stato per fornire liquidità alle imprese, non basteranno e la Commissione Ue, sulla base degli input ricevuti dai ministri oggi, ha assicurato che ci saranno presto nuove proposte da parte di Bruxelles per abbassare i prezzi del gas.

(photo credits: JOHN THYS / AFP)