Tendenza 2030 petrolio: domanda in aumento, progetti in calo ma più raffinazione
Per l'Aie la domanda globale è destinata ad aumentare di 2,5 milioni di barili al giorno tra il 2024 e il 2030, raggiungendo un plateau di circa 105,5 milioni di barili quotidiani entro la fine del decennio.

Il prezzo del petrolio è diventato protagonista in questi giorni, dopo lo scoppio della guerra Israele-Iran. Il Wti e il Brent hanno registrato un balzo di circa il 12% settimanale per i timori di un rallentamento del traffico marittimo allo Stretto di Hormuz dove passa un quarto del greggio globale. Anche perché, secondo l’ultima edizione delle prospettive a medio termine dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie), la domanda globale di petrolio è destinata ad aumentare di 2,5 milioni di barili al giorno tra il 2024 e il 2030, raggiungendo un plateau di circa 105,5 milioni di barili quotidiani entro la fine del decennio.
La previsione di un calo nella domanda nel 2030 rappresenterebbe il primo segnale di declino da dopo la crisi pandemica del 2020. La tendenza conferma le proiezioni dell’Aie pubblicate nel 2023, secondo cui il consumo avrebbe raggiunto il picco nel 2029, per poi iniziare una lenta ma significativa discesa. Le vendite globali di auto elettriche, che nel 2024 hanno superato i 17 milioni di unità, sono attese sopra i 20 milioni nel 2025, rappresentando circa un quarto del mercato automobilistico. In Paesi come l’Arabia Saudita, la sostituzione del petrolio con gas naturale e fonti rinnovabili avrà un impatto particolarmente rilevante sulla domanda, aggiunge l’Agenzia internazionale per l’energia.
E con il progressivo spostamento della domanda energetica verso altri combustibili, l’industria petrolchimica è destinata a diventare il principale motore della domanda di petrolio a partire dal 2026. La crescita di questo comparto è legata all’espansione dell’offerta di gas naturale liquefatto, con Cina e Stati Uniti in testa nello sviluppo della capacità petrolchimica, a discapito di Europa e altre economie asiatiche. Secondo le stime, entro il 2030 la produzione globale di polimeri e fibre sintetiche richiederà 18,4 milioni di barili al giorno, più di un sesto della domanda complessiva.
Sempre secondo l’Aie, l’India è attesa come il singolo paese con il maggior incremento di consumo, con un milione di barili al giorno in più. Tuttavia, le dinamiche tra i due maggiori consumatori mondiali, Cina e Stati Uniti, mostrano tendenze divergenti: mentre in Cina la domanda nel 2030 sarà solo lievemente superiore ai livelli del 2024, in America il rallentamento dell’adozione dei veicoli elettrici e il calo dei prezzi della benzina porteranno a una revisione al rialzo delle stime di consumo.
Soprattutto negli Usa, però, il forte ribasso dei prezzi del petrolio nei primi mesi del 2025 e l’incertezza sugli investimenti hanno indotto le principali compagnie petrolifere a riconsiderare le strategie upstream: gli investimenti globali sono previsti in calo del 6% nel 2025, attestandosi a circa 420 miliardi di dollari, con una diminuzione particolarmente marcata nel settore del tight oil leggero statunitense. I progetti convenzionali, già avviati o nuovi, mostrano maggiore tenuta, ma il quadro resta fragile: prezzi bassi, costi di produzione elevati e tensioni geopolitiche potrebbero frenare ulteriormente la spesa.
Nonostante ciò, la capacità produttiva globale è attesa in crescita di 5,1 milioni di barili al giorno entro il 2030, arrivando a 114,7 milioni, trainata principalmente da Arabia Saudita e Stati Uniti. Questo incremento supererà di gran lunga la crescita della domanda, con la produzione che dovrebbe accelerare nei prossimi anni prima di rallentare dopo il 2029, a causa dell’esaurimento dei progetti extra-Opec+. Anche la capacità di raffinazione è destinata ad aumentare, con nuovi impianti per 4,2 milioni di barili al giorno a livello globale entro il 2030, parzialmente bilanciati da 1,6 milioni di barili di chiusure. Tuttavia, l’espansione netta della capacità supererà la domanda di prodotti raffinati, spingendo verso la chiusura di impianti ad alto costo, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti.