Proposta di risoluzione della Ue per l’embargo su petrolio russo

Von der Leyen: "È la prima volta che l’Ue taglia le importazioni di idrocarburi russi tagliando così un’importante fonte di entrate per la Russia"

Ursula von der Leyen

L’Unione europea studia come colpire il petrolio importato dalla Russia e le entrate che Mosca ottiene dai combustibili fossili che vende all’Europa. Il quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia proposto martedì dalla Commissione Europea che include un embargo sul carbone “non sarà l’ultimo”, ha assicurato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, intervenendo mercoledì in un dibattito al Parlamento europeo con gli eurodeputati. Da parte di Bruxelles ci saranno ulteriori sanzioni contro la Russia per i crimini di guerra in Ucraina e i leader dell’Ue punteranno a includere anche le importazioni di petrolio russo, cercando di superare le resistenze tra gli Stati membri. “Dobbiamo esaminare il petrolio e le entrate che la Russia ottiene dai combustibili fossili”, ha detto la presidente della Commissione Europea. Resistenze che sono emerse nel momento dell’adozione del pacchetto di sanzioni proposto dall’Esecutivo europeo, quando gli Stati membri a livello di rappresentanti permanenti all’Ue hanno rimandato la decisione. Il tema energia è priorità nelle parole di von der Leyen, dal momento che per la prima volta da quando l’invasione dell’Ucraina è cominciata lo scorso 24 febbraio il pacchetto proposto punta a imporre un embargo sulle importazioni di energia in arrivo dalla Russia.

Al netto del via libera dei governi, che dovrebbe arrivare senza fatica, le misure restrittive andranno a colpire solo il carbone, per un valore che l’Ue stima in 4 miliardi di euro all’anno di introiti per Mosca. Non è molto, se si pensa che nei piani di decarbonizzazione Bruxelles ha ridotto di molto i suoi consumi di carbone (quindi, di conseguenza, anche le sue importazioni), preferendogli il gas come fonte di ‘ponte’ per un mix 100% rinnovabile. Ma è di fatto un passo nella giusta direzione e se ne compiace von der Leyen sottolineando agli eurodeputati che è la prima volta che l’Ue taglia le importazioni di idrocarburi russi, “tagliando così un’importante fonte di entrate” per la Russia. In discussione a Bruxelles c’era l’ipotesi di includere già nel quinto pacchetto un embargo anche per il petrolio e il gas.

L’Unione dipende per il 40% dal gas, per circa il 27% dal petrolio e dal 46% di carbone importati da Mosca. La presidente ha chiarito che arriveranno nuove misure e che l’Ue sta ragionando su come includere anche il petrolio e più in generale sta riflettendo su quanto pesano le entrate che la Russia ottiene dai combustibili fossili che esporta nel Continente. “Questo è il prossimo passo che dobbiamo fare insieme”, ha detto. Limitare le entrate della Russia dai combustibili fossili, con cui indirettamente l’Ue finanzia la guerra di Putin. “Dall’inizio della guerra in Ucraina abbiamo pagato alla Russia circa 35 mila milioni di euro per l’energia”, ha stimato l’alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. “Mille milioni di euro è stato il nostro sostegno finanziario all’Ucraina, ma è anche la cifra che paghiamo ogni giorno a Putin per le forniture energetiche”. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha invece sottolineato la necessità di nuove misure restrittive contro le importazioni di petrolio ma anche di gas in arrivo dalla Russia. “Penso che prima o poi serviranno misure anche sul petrolio, e anche sul gas”, ha affermato, aprendo a una discussione più approfondita anche sul gas, che invece la Commissione per ora sembra escludere. Diversi Paesi europei, come la Germania e l’Austria, frenano su un embargo totale sul gas russo, per motivi esclusivamente di necessità: sono troppo dipendenti dai combustibili russi.

Un embargo totale sul carbone, sul gas e sul petrolio russo è quello che chiede l’Europarlamento in una proposta di risoluzione firmata dai principali gruppi politici (Verdi europei, Partito popolare europeo, liberali di Renew Europe, Socialisti&Democratici, conservatori di ECR) che sarà votata oggi all’Aula di Strasburgo. I deputati chiedono inoltre di porre fine ai controversi gasdotti Nord Stream 1 (già attivo) e Nord Stream 2 (non ancora funzionante) progettati per il trasporto di gas russo dalla Russia alla Germania, senza passare per l’Ucraina, che accentuano la dipendenza energetica dell’Ue da Mosca.

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