Eni, utile netto a 1,3 miliardi nel terzo trimestre. Descalzi: “Modello di business solido”

Confermato l’obiettivo di produzione, rivisti al rialzo il risultato della GGP (gas) e l’obiettivo del piano di buyback

La resilienza dei risultati finanziari, nonostante un più debole contesto operativo, che riflette la solidità del modello di business. Progressi nella realizzazione della strategia di crescita. Approccio satellitare in continuo sviluppo. Ritorni competitivi agli azionisti con l’incremento del piano di riacquisto delle azioni a 2 miliardi di euro. Sono questi i punti salienti con cui Eni arriva alla fine del terzo trimestre 2024: una sostanziale tenuta dei risultati, sopra le attese degli analisti, nonostante il contesto energetico ancora molto complesso.

I conti del gruppo chiudono così con un utile netto adjusted nel terzo trimestre di circa 1,3 miliardi, (1,8 miliardi nello stesso periodo del 2023, mentre sui nove mesi l’asticella segna 4,3 miliardi a fronte dei 6,7 miliardi dei primi nove mesi dell’anno prima), mentre l’utile operativo proforma adjusted si attesta a 3,4 miliardi (3,9 miliardi nello stesso periodo del 2023, nei nove mesi 11,6 miliardi rispetto ai 14 miliardi dei primi nove mesi del 2024).

Nel terzo trimestre abbiamo ancora una volta dimostrato la solidità del nostro modello di business grazie a un portafoglio di attività caratterizzate da crescenti vantaggi competitivi, alla rigorosa disciplina adottata nei costi e negli investimenti, e ai continui progressi nell’esecuzione della nostra strategia di crescita e di creazione di valore, conseguendo risultati migliori delle aspettative – commenta l’ad di Eni, Claudio Descalzi -. Le performance di cassa e di redditività sono state eccellenti in un contesto operativo meno favorevole. Il rapporto di leva è rimasto stabile al 22%, mentre abbiamo accelerato il ritmo di esecuzione dei riacquisti di azioni”

Descalzi ricorda poi i progressi strategici messi a segno dal gruppo, a cominciare dall’ultima mossa annunciata giovedì, la cessione del 25% di Enilive al fondo Usa Kkr.Abbiamo aumentato la produzione upstream e nel contempo stiamo investendo nella successiva fase di crescita, per esempio conseguendo l’approvazione del piano di sviluppo dei nostri grandi progetti in Indonesia. La nostra strategia satellitare è in continuo sviluppo e, in tale ambito, siamo lieti di confermare l’investimento da 2,9 miliardi da parte del fondo Kkr in Enilive, che fa seguito alla transazione analoga che ha riguardato Plenitude nella prima parte dell’anno e dimostra la nostra capacità di attrarre investimenti, confermando il valore che stiamo esprimendo. Nel Regno Unito, abbiamo creato una nuova società satellite in ambito E&P grazie alla combinazione con Ithaca Energy, un ulteriore passo a sostegno della crescita”.

Nel dettaglio, nel terzo trimestre 2024, il settore Exploration & Production (E&P) ha conseguito l’utile operativo proforma adjusted di 3,2 miliardi (3,4 miliardi nel terzo trimestre 2023) sostenuto dalla crescita di nuovi progetti a più elevata redditività, dall’efficace esecuzione e dal controllo dei costi, nonostante l’indebolimento del Brent e l’apprezzamento dell’euro abbiano influenzato sia il confronto con il trimestre dell’anno precedente sia quello sequenziale (-5% e -9%, rispettivamente). Solido livello produttivo (+2% rispetto al 2023), nonostante il calo sequenziale (-3%) che ha risentito delle manutenzioni nel Mare del Nord, degli uragani nel Golfo del Messico, dei disinvestimenti e della minore attività in Libia.

Nel terzo trimestre 2024 il settore GGP (la divisione Global Gas) ha conseguito l’utile operativo proforma adjusted di 250 milioni mld, +65% rispetto al trimestre 2023, per effetto dell’ottimizzazione del portafoglio gas e GNL.

Considerando che il piano di dismissione sta procedendo meglio delle nostre aspettative iniziali, Eni conferma l’aumento del piano di buyback 2024, che ora è atteso pari a 2 miliardi di euro, +25% rispetto alla guidance precedente di 1,6 miliardi di euro e +80% rispetto al piano annuale originale. Questo incrementerà il ritorno totale di cassa agli azionisti a circa il 38% del CFFO3.