Enrico Rossi: “Temo per Green Deal, serve più coraggio su rinnovabili”

L'ex presidente della Regione Toscana vede i ritardi su temi tanto fondamentali quanto attuali. Ritardi di tutti, dell’Europa come dell’Italia

Se le stesse energie che stiamo mettendo per cercare fornitori alternativi a quello russo le avessimo messe, in un anno, per le rinnovabili, probabilmente oggi saremmo più indipendenti” da un punto di vista energetico. Enrico Rossi, ex presidente della Regione Toscana, vede i ritardi su temi tanto fondamentali quanto attuali. Ritardi di tutti, dell’Europa come dell’Italia. L’assessore per lo Sviluppo economico e i rapporti con l’Europa del Comune di Signa (Firenze), è stato relatore per il Comitato europeo delle regioni del parere sulla Renovation Wave (traducibile come ‘onda di rinnovamento’), la politica di trasformazione in senso sostenibile dell’edilizia. Un impegno che, spiega nell’intervista concessa a GEA, ora rischia di conoscere una battuta d’arresto.

Teme che la guerra in Ucraina possa rappresentare un problema per le strategie dell’Europa e dei suoi territori?
“È evidente che la sola inflazione che aumenta in tutta Europa riduce la portata degli investimenti fatti. In Italia si parla di tre miliardi di euro che sarebbero necessari solo per aggiornare le gare”.

Quindi siamo già indietro per quanto riguarda l’onda di rinnovamento?
“Purtroppo in Italia gli stanziamenti per l’edilizia privata sono stati generici, troppo legati al risparmio energetico. Giusto rifare le facciate, giusto ristrutturare, ma forse sarebbe più giusto programmare interventi sulle energie rinnovabili”.

Il commissario per l’Economia, Gentiloni, dice di non cedere alla tentazione di considerare il Green Deal un lusso. C’è il rischio che il Green Deal possa essere messo da parte? Lei questo rischio lo vede?
“Ho questo timore. Se guardiamo al nostro Paese, in Italia si parlando di riattivazione delle centrali a carbone, si cerca gas da dittatori non meno feroci delle personalità da cui ci si vuole sganciare”.

Ma in Italia si riparla anche di nucleare. Possiamo permettercelo?
“Sul nucleare alla fine la Commissione ha fatto la sua scelta, quando ha dovuto decidere. L’Italia farebbe bene a finanziare la ricerca. Magari un domani un nucleare di nuova generazione può essere davvero possibile, un nucleare senza scorie. Ma oggi non c’è. Poi c’è chi solleva altri problemi, come la natura sismica del nostro territorio. Andrebbe finanziata la ricerca. A me quello che sembra più preoccupante è che per ora non si vede un piano per le rinnovabili sufficientemente forte. Non vedo incentivi forti per mettere il fotovoltaico sui capannoni industriali”.

È una critica al piano nazionale per la ripresa?
“Non vedo questo incentivo. Temo che ci sia un arretramento”.

Quando si parla di edilizia sostenibile il presidente della Provincia di Lucca denuncia eccesso di burocrazia. Lei della Regione Toscana è stato presidente. È riuscito a cambiare le cose?
“In Toscana abbiamo lavorato per obbligare ad accelerare i pareri. Ma andrei cauto sulla semplificazione. La pubblica amministrazione dovrebbe cooperare e accelerare, stabilire tempi corti per l’elaborazione dei pareri. Ma procedere con la semplificazione rischia di creare situazioni che non vanno nella direzione che ci siamo posti”.

Cosa può fare il Comitato europeo delle regioni per recuperare questi ritardi?
“Fare pressione, con pareri e risoluzioni”.

Fare pressione anche sul commissario Timmermans, il responsabile per il Green Deal?
“Certo. A lui e al nostro Gentiloni, che mi sembrano sulla stessa linea”.