Lavori a maglia? Rilassati e fai del bene al Pianeta
Un hobby dal sapore antico diventa qualcosa di giovane e decisamente green. Barbara Fani, una delle tre sorelle fondatrici di Bettaknit, ci ha raccontato quanto sia importante, per i singoli e per le aziende, “restituire” alla Terra ciò che ci offre ogni giorno e quanto sia fondamentale farlo anche attraverso i social network
Se c’è una cosa che la pandemia ci ha insegnato è che la vita è molto più di una corsa tra gli impegni del lavoro e della famiglia. Avete presente gli scaffali dei supermercati senza più ombra di lievito e farina? I mesi del lockdown ci hanno ricordato che le nostre mani – e non solo la testa – sono capaci di fare grandi cose e che la fantasia, se trova il canale giusto, è una linfa vitale. Durante le settimane chiusi in casa ciascuno di noi ha scoperto o riscoperto le proprie passioni: dalla pittura alla cucina, dal bricolage al cucito, i tavoli delle nostre sale da pranzo e i garage sono diventati il regno del caos e della creatività. E in quegli spazi, spesso ristretti, qualcuno si è trovato a riprendere in mano ferri, uncinetto e gomitoli per creare qualcosa di speciale dal sapore vintage. Se pensate che il lavoro a maglia sia qualcosa che appartiene al mondo delle nonne, vi sbagliate. E se non trovate un legame tra diritto e rovescio e la cura del Pianeta, vi sbagliate di nuovo. Non ci credete? Se frequentate il mondo di Instagram e vi siete appassionati a filati e schemi, non vi sarà sfuggito il profilo di Bettaknit, giovane azienda di Prato fondata da tre sorelle con la passione per la maglia e la sostenibilità. Con 51mila followers e una community di nicchia, ha trasformato un hobby dal sapore antico in qualcosa di giovane e decisamente green.
Ne abbiamo parlato con Barbara Fani, una delle tre fondatrici, che ci ha raccontato quanto sia importante, per i singoli e per le aziende, “restituire” alla Terra ciò che ci offre ogni giorno e quanto sia fondamentale farlo anche attraverso i social network.
“Per noi i social sono essenziali – racconta – perché ci permettono di arrivare a tutti i nostri clienti in tempo reale. Non si tratta di diffondere messaggi solo dalla natura commerciale, ma anche di raccontare la nostra storia attraverso i nostri valori”.
Ed è proprio su questo che le sorelle Fani hanno deciso di investire energia, tempo e risorse. La sostenibilità è uno dei pilastri su cui si fonda l’azienda: filati ecologici, made in Italy e certificati Recycled Claim Standard (RCS) e Global Recycled Standard (GRS). Tutta la filiera è controllata, nel rispetto degli animali, dell’ambiente e del lavoro umano. Ed è proprio sui social che Bettaknit ha voluto condividere un progetto che mira a “fare qualcosa di buono” insieme a tutta la community.
L’obiettivo? Realizzare una foresta diffusa, “piantando l’albero giusto, nel posto giusto, per il motivo giusto, con il partner giusto”. “L’e-commerce – racconta Barbara – è una delle attività più inquinanti: pur facendo attenzione al packaging, l’impatto delle spedizioni e dei resi sulle emissioni di Co2 è enorme. Per questo abbiamo deciso di restituire alla Terra ciò che le abbiamo tolto, cioè l’ossigeno”. E per farlo è nata la collaborazione con Treedom, impresa fiorentina che dal 2010 ha piantato in tutto il mondo oltre 3 milioni di alberi con un sistema di ‘adozione a distanza’ che permette alle aziende – e ai clienti finali – di seguire online la storia del progetto che contribuiranno a realizzare. Finora la foresta di Bettaknit è composta da 25 alberi in 6 Paesi del mondo, ‘assegnati’ alle comunità locali che possono utilizzarli come fonte di reddito. Questa popolazione verde assorbirà 1,88 tonnellate di Co2. Sul sito di Treedom è possibile monitorare in tempo reale la crescita della foresta, a cui può contribuire tutta la community. In che modo? “Per ogni acquisto effettuato– spiega la fondatrice dell’azienda – sarà possibile donare 1 euro da destinare a un nuovo albero. E se la spesa supera i 99 euro, la pianta sarà ‘regalata’ al cliente e verrà chiamata con il suo nome. Inoltre, nel corso del tempo potrà seguire le evoluzioni del progetto di cui l’albero fa parte”. E’ il primo passo, commenta entusiasta “per affrontare insieme un grande cammino”, che “ci porterà il prima possibile a diventare plastic free”. Nell’attesa si piantano alberi e si cercano nuovi modi per coniugare la bellezza e la sostenibilità e, soprattutto, si sferruzza. Con calma, con leggerezza. Punto dopo punto.