Li chiamano influencer green. Non sono (non sempre almeno) scienziati o divulgatori di professione, ma parlano, raccontano, ridono e, soprattutto, agiscono. Popolano il mondo dei social – Instagram in primis – ma scendono in piazza, quella reale, quando si tratta di difendere il pianeta. Non sono Greta Thunberg, non tutti hanno avuto la fortuna di farsi ascoltare dai grandi capi del mondo. Eppure, uno accanto all’altro, insieme alle loro community potrebbero popolare decine di città, nelle quali piantare fiori, pedalare, riciclare, consumare meno e consumare meglio.
Tra di loro, su un palco a fare musica o a recitare, ci sarebbero attori e cantanti a gridare inni alla Terra e a trasformare in poesia il dramma di questo secolo. A raccontare che, in qualunque modo lo si faccia, l’importante è farlo. Con azioni, parole e musica. Perché ognuno ha i suoi strumenti, basta saperli usare e avere voglia di farlo. Magari, perché no, riuscendo anche con la leggerezza e il divertimento a smuovere le coscienze e sensibilizzare chi ancora non ha abbracciato la rivoluzione green.
Siamo nate negli anni ’80, quando i pannolini lavabili sembravano la nuova frontiera dei tempi moderni e la parola digitale non era nemmeno sul dizionario. Siamo cresciute senza smartphone, una in città e una in campagna. Negli anni abbiamo imparato l’importanza della parola lentezza e quando tutto gira vorticosamente ci sediamo e lavoriamo a maglia, respiriamo e ci chiediamo cosa possiamo fare per unirci a quella piazza virtuale e reale. Quello che sappiamo fare meglio: raccontare le loro storie. Ed è quello che faremo qui, nel nostro GREENdez-vous, il salotto verde delle chiacchiere.