Non solo ‘Avatar’: l’ambiente approda agli Oscar

Un documentario e un cortometraggio pongono l'attenzione sui danni a flora e fauna causati dal cambiamento climatico. E' un grido di aiuto per il grande pubblico

L’ambiente e il clima entrano di prepotenza nella notte del cinema più attesa dell’anno: gli Oscar 2023, che si terranno nella notte fra domenica 12 e lunedì 13 marzo. E se di ‘Avatar – La via dell’acqua’, il sequel della favola ambientalista di James Cameron, ambientata sul pianeta immaginario di Pandora, si è già molto parlato, la pellicola non è l’unica a mettere in guardia dai pericoli di una distruzione della Terra che si avvicina ogni giorno di più.

Si parte dal documentario ‘All that breathes’ di Shaunak Sen. Il lungometraggio esplora l’impatto devastante dell’inquinamento sugli animali a Nuova Delhi, dove l’aria è una delle peggiori al mondo. Il documentario segue tre uomini in una clinica veterinaria autofinanziata, che curano alcune delle centinaia di uccelli che ogni giorno precipitano a terra a causa della nebbia tossica che circonda la capitale indiana. Ogni giorno, nel loro seminterrato arrivano casse di rapaci feriti. Il trio ha persino effettuato un audace salvataggio di un uccello con un’ala spezzata in mezzo a un fiume. “Ogni giorno cadono dal cielo centinaia di uccelli. Quello che mi stupisce è che la gente continui a comportarsi come se tutto fosse normale“, dice uno degli uomini alla moglie. Il film parla anche di come gli uccelli abbiano imparato a nutrirsi di rifiuti, a raccogliere i mozziconi di sigaretta per respingere i parassiti e a cantare a voce più alta per comunicare con il traffico rumoroso di Delhi. Il documentario cerca di portare il pubblico a “considerare l’intreccio tra vita umana e non umana“, ha dichiarato il regista all’Afp.

Ma è tutto incentrato sull’ambiente anche il cortometraggio ‘Haulout’, di Maxim Arbugaev ed Evgenia Arbugaeva, entrambi del popolo Yakut, che racconta la catastrofe che sta colpendo i trichechi in Siberia a causa dello scioglimento dei ghiacci. Il corto segue il biologo marino Maxim Chakilev, che studia la migrazione di questa specie sulle austere coste artiche della Russia, e presenta alcune immagini impressionanti: davanti alla cabina dello scienziato, 100.000 trichechi si ammassano improvvisamente su una spiaggia precedentemente deserta. Questo spettacolo rivela poi una triste realtà: i corpulenti mammiferi si riuniscono lì perché non hanno altra scelta, a causa del ritiro della banchisa. E questa sovrappopolazione ha conseguenze mortali, poiché gli animali si schiantano l’uno contro l’altro.

Entrambe le pellicole cercano di porre l’attenzione sul problema ambientale. Un modo diverso per lanciare una richiesta d’aiuto. Sperando che il pubblico la colga.