Il Piemonte, il blocco delle auto Euro5 e il silenzio di Cirio

Il 15 settembre comincia lo stop, sindaci, sindacati e commercianti in agitazione: l'Ue lo impone ma perché tanta fretta?

Com’è noto, e salvo ribaltoni, dal 15 settembre in Piemonte sarà vietata la circolazione delle auto diesel Euro 5. Una norma stabilita dalla Ue (a fronte di una condanna per un’infrazione risalente al 2010-2018) e applicata con due anni di anticipo dal governatore Alberto Cirio. Il Piemonte è il primo ma non sarà l’unico: anche le altre regioni del bacino padano (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) dovranno adeguarsi, però il Piemonte – come spesso accade – farà da apripista: questa volta, immaginiamo, ne avrebbe fatto serenamente a meno. La situazione è delicata, il disagio di sindaci, sindacati, commercianti, artigiani sta tracimando e trasformandosi in rabbia, le opposizioni sono sul piede di guerra, il ministro Matteo Salvini ha fiutato l’aria che tira (brutta) e ha deciso di intervenire offrendo una spalla alla Giunta di centrodestra. Come? Stigmatizzando le decisioni di Bruxelles e la deriva sempre più green della Commissione. Mostrerà i muscoli, ha promesso. Insomma, attrezziamoci per l’ennesimo muro contro muro.

Toccherà a Salvini e all’altro ministro (piemontese) Gilberto Pichetto Fratin interloquire con la Ue, ma procedendo a livello induttivo immaginiamo che non sarà un dialogo semplice e soprattutto dall’esito scontato. Non lo è per le auto elettriche e le case green, figuriamoci là dove l’Italia è stata pizzicata in difetto per un’infrazione che si porta appresso, nel caso di mancata attuazione, multe miliardarie. A proposito di denari, per evitare che anche questa misura europea vada a infilarsi nelle tasche (per adesso) dei piemontesi è indispensabile che vengano predisposti incentivi con l’obiettivo di aiutare i più fragili. Cirio, con l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati, sta pensando a un piano di azione per sostenere i cittadini. Ed è per questo, crediamo, che al momento eviti di esporsi. Però prima o poi, meglio prima che poi, dovrà farlo.

Resta una domanda: perché il Piemonte per primo? Accettato il paradosso che nonostante la sua meravigliosa cerchia di montagne è la Regione con la peggiore qualità dell’aria d’Italia e avvalorato il progetto di combattere l’inquinamento con qualsiasi mezzo, ci mancherebbe, risulta difficile da capire la ‘ratio’ di tanta fretta. Solo il Governatore può spiegarlo. E legittimarlo.