Il 62% degli italiani teme aumenti in bolletta. Pichetto: “Già in rialzo con Iran-Israele”

I dati della ricerca del gruppo Havas: cresce il consenso sul nucleare. Il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica: "Con blocco di Hormuz a rischio 40% del petrolio e più del 20% del gas"

L‘indipendenza energetica è una priorità per il 95% degli italiani, ma solo il 37% sarebbe disposto a sostenere costi maggiori per raggiungerla e un altro 62% teme aumenti in bolletta. Il consenso sul nucleare cresce invece dell’8%, fino a raggiungere la maggioranza dopo una corretta informazione, segno che una comunicazione chiara e può incidere significativamente sulla percezione pubblica delle nuove tecnologie. E’ quanto emerge da una ricerca realizzata dal gruppo Havas e presentata oggi presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati, nel corso dell’evento ‘Transizione energetica: un progetto comune per l’Italia‘, organizzato su iniziativa dei parlamentari di Forza Italia, Annarita Patriarca e Alessandro Cattaneo.

Le previsioni future sui costi dell’energia fra gli italiani sono quindi negative. Del 62% che si aspetta aumenti in bolletta, il 21% pensa saranno “significativi” e il 41% “moderati, mentre una riduzione è attesa solo dal 14%. Speculazione dei mercati (33%) oltre a logiche geopolitiche e crisi internazionali (24%) sono le principali cause di questo scetticismo. Accanto a questi aspetti, resta forte l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, considerata prioritaria dall’84% degli intervistati, con una sensibilità particolarmente marcata tra le donne.

Tuttavia, la disponibilità a sostenere costi aggiuntivi per utilizzare energia più pulita rimane limitata, segno che anche su questo fronte serve un maggiore coinvolgimento e una comunicazione più incisiva. L’aumento è comunque già dimostrato dai fatti, alla luce della guerra tra Iran e Israele.

Lo stesso ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, intervenuto all’evento, ammette “attenzione e timore” sul tema perché “gran parte dell’energia europea passa dal Golfo Persico e un eventuale blocco di Hormuz significherebbe mettere a rischio quasi il 40% del petrolio e più del 20% del gas europeo”. Secondo Pichetto “non è una questione quantitativa per l’Italia, ma di conseguenze sui prezzi, già oggi vediamo come le quotazioni di gas e petrolio siano cresciute“. Secondo gli esperti delle aziende, sostiene infatti il ministro, “c’è stato un rialzo immediato del prezzo del Brent e del 5% del prezzo del gas“.

Numeri che si aggiungono a quelli diffusi 48 ore fa nella Relazione annuale di Arera, dai quali era emerso che nel 2024 i consumatori domestici del nostro Paese avevano pagato il gas il 15,1% in più del resto dell’Area euro (13,1 centesimi al kWh), con tariffe superiori del 5,3 percento rispetto alla media. E non è andata meglio per quel riguarda l’energia elettrica, visto che nonostante una diminuzione generalizzata in Europa, sebbene con intensità diverse (la media dell’Area euro è 14%, ma si va dal -2,7% della Germania al -20,2% della Francia), l’Italia ha perso nuovamente competitività rispetto alla maggior parte degli altri Paesi europei.