Un viaggio intorno al mondo, oltre 44mila miglia, alla scoperta delle fragilità del mare su una rotta scientifica ed ecologica prima ancora che sportiva. Protagonista dell’impresa è Giovanni Soldini, non solo velista dei record, ma anche rappresentante del programma Unesco del Decennio delle scienze del mare per lo sviluppo sostenibile, che si muoverà dagli antichi porti del Mediterraneo alle spiagge tempestose dell’Atlantico, dalle isole dei Caraibi fino all’immenso Pacifico, al Mare Cinese e alle baie dell’India veleggiando sulle antiche rotte commerciali. Un’impresa straordinaria che diventerà un docufilm, diretto da Sydney Sibilia, ma anche e soprattutto un progetto interamente carbon neutral certificato da Zen2030.
IL TRIMARANO SOSTENIBILE. Merito anche del Maserati Multi70, il trimarano che porterà Soldini per i mari di tutto il mondo in modalità completamente sostenibile. Lungo 21,20 metri e largo circa 16, ha un peso di 6 tonnellate ed è dotato di un impianto solare con una potenza nominale di picco da 4,5 kilowattora, capace di produrre ampiamente il fabbisogno giornaliero di energia anche in condizioni di cielo coperto e senza sole. Quando l’impianto produce più di quanto consuma, l’energia viene immagazzinata in una batteria agli ioni di litio molto avanzata e molto densa, quindi leggerissima, realizzata da Liber, spin off dell’Università di Bologna guidato dal professore Claudio Rossi. In condizioni di scarso insoleggiamento e anche durante le manovre nei porti o nei canali, il sistema si alimenta con una batteria capace di immagazzinare 12 kilowattora, sufficienti a coprire i consumi della barca in navigazione per 3 giorni in assenza di pannelli solari. Nessun carburante fossile è presente a bordo.
LA SCIENZA IN VIAGGIO. Maserati Multi70, inoltre, è il primo trimarano da competizione dotato della strumentazione Ocean Pack, che lo rende un vero e proprio laboratorio oceanografico galleggiante, capace di misurare la temperatura, la salinità, la connettività e la concentrazione di anidride carbonica nelle acque in superficie, tutti dati che, una volta raccolti, vengono validati e messi al servizio della comunità scientifica. Si tratta, sostanzialmente, di una macchina di fabbricazione tedesca che pompa acqua di mare in un circuito e la filtra attraverso una membrana che ne estrae CO2. Una volta raccolti, i dati vengono stoccati in una card e inviati al computer centrale di bordo; l’acqua invece viene reimmessa in mare. “Raccoglieremo dati utili a monitorare lo stato di salute dell’Oceano, incontreremo team di scienziati e specialisti, scopriremo quali soluzioni sono allo studio, quali difese stiamo escogitando, quali processi di rigenerazione possiamo attivare e come possiamo impiegare la tecnologia per espandere e accelerare l’azione di contrasto all’impatto del cambiamento climatico. L’Oceano può fornirci tante risposte e ispirare molte azioni decisive”, spiega Giovanni Soldini.