Sulle creste del Giura, a due passi dal confine francese, si trova il più grande parco eolico della Svizzera, ma conta solo 16 turbine eoliche. Una cifra irrisoria rispetto agli altri paesi.
Il Paese alpino – che punta alla neutralità carbonica entro il 2050 – intende, grazie a una legge adottata lo scorso anno, accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili, la cui quota nella produzione nazionale è minuscola, molto indietro rispetto all’idroelettrico (56,6%) e al nucleare (32,4%). Ma le organizzazioni ambientaliste hanno lanciato un referendum contro la legge che, secondo loro, porterà ad “un’inutile distruzione del paesaggio“. Il più grande partito svizzero, l’Udc, di estrema destra, è al loro fianco, soprattutto in nome della difesa dell’energia nucleare.
“Non è con le energie rinnovabili, soprattutto quelle installate nelle montagne e sui crinali del Giura, che riusciremo a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento”, ha detto Yvan Pahud, deputato dell’Udc, insistendo anche sul carattere “fluttuante” di queste energie .
All’origine del referendum, sul quale gli svizzeri voteranno domenica, Pierre-Alain Bruchez ritiene che “non c’è motivo di installare pannelli fotovoltaici sugli alpeggi, quando c’è così tanto spazio” sugli edifici e sulle infrastrutture. Questo economista in pensione si è lanciato nella battaglia quando ha saputo del progetto Grengiols-Solar che mirava a installare, entro il 2030, circa 230.000 moduli solari a circa 2.500 metri di altitudine nel Vallese, “una visione dell’orrore”, secondo lui. “Non dobbiamo sacrificare la natura sull’altare del cambiamento climatico”, ha detto.
La legge Svizzera mira ad incrementare rapidamente la produzione idroelettrica, eolica e solare, e prevede che quest’ultima si sviluppi prevalentemente su tetti e facciate. E stabilisce “condizioni di pianificazione agevolate” per turbine eoliche, grandi impianti solari e progetti idroelettrici. “Questa legge indebolisce la protezione della natura in Svizzera“, ha dichiarato Vera Weber, presidente della Fondazione Franz Weber per la protezione della natura e degli animali, che ha anche lanciato il referendum.
Il governo riconosce che i “ricorsi in tribunale” contro i progetti energetici “probabilmente avranno meno probabilità di successo rispetto a prima”. Ma, sottolinea, resterà vietato costruire grandi impianti nei “biotopi di importanza nazionale” e nelle “riserve di uccelli migratori”, anche se sono previste eccezioni, ad esempio in alcuni “margini proglaciali” comparsi in seguito al ritiro dei ghiacciai. E sottolinea inoltre che 15 progetti idroelettrici (nuove costrizioni e innalzamento di dighe) hanno ricevuto il via libera da WWF e Pro Natura. “Oltre l’80% dello sviluppo previsto delle energie rinnovabili deve essere realizzato con l’energia solare sugli edifici esistenti, e si stanno finalmente introducendo misure efficaci contro gli sprechi di elettricità”, ha affermato il Wwf, che sostiene la legge insieme ad altre ONG ambientali. “I vantaggi del progetto superano chiaramente questi costi“, afferma Patrick Hofstetter, esperto del WWF.
Questo voto arriva poco dopo la condanna della Svizzera, all’inizio di aprile, da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) per la sua mancanza di iniziative contro il riscaldamento globale. Una condanna da folgorazione: secondo un recente sondaggio, il 73% degli svizzeri sostiene la legge. Anche Greenpeace Svizzera, secondo la quale “preserva biotopi di importanza nazionale” e permette alla Svizzera di “superare la sua dipendenza dai combustibili fossili come petrolio e gas, che spesso provengono da Stati bellicosi“.
Un argomento ripreso dalla deputata liberal-radicale Jacqueline de Quattro: “Dipendiamo, al ritmo di 8 miliardi all’anno, dalle importazioni di fossili antidemocratiche come il gas o il petrolio russo dai paesi arabi”. E insiste anche sulla responsabilità degli svizzeri che vogliono sempre più elettricità per il loro comfort: “dobbiamo anche accettare di tanto in tanto di vedere una turbina eolica all’orizzonte, di avere un pannello fotovoltaico sul tetto del vicino”.