Una strategia non è più abbastanza, ora si procede nella direzione di una legge dell’Ue sullo spazio che consideri anche le questioni ambientali della politica dell’Unione. La strada verso una delle iniziative più importanti prima della fine della legislatura è tracciata e secondo i calcoli della Commissione Europea arriverà nel primo trimestre del 2024. E tra i tre pilastri del nuovo Regolamento si ritaglierà un ruolo cruciale anche quello della sostenibilità delle attività spaziali. È quanto si evince dalla consultazione pubblica lanciata dall’esecutivo comunitario (con scadenza 28 novembre), per raccogliere commenti da cittadini, istituzioni e parti interessate alla definizione di nuove norme comuni a livello Ue per “attività spaziali sicure, resilienti e sostenibili”, in particolare sul fronte della riduzione dei detriti spaziali, del ciclo di vita delle attività spaziali e della prevenzione dell’inquinamento luminoso del cielo notturno.
Come precisa la Commissione pubblicando la consultazione, i riscontri “saranno presi in considerazione” nella fase di sviluppo e perfezionamento dell’iniziativa, che dovrebbe portare alla presentazione e adozione di una nuova proposta di Regolamento Ue all’inizio del prossimo anno, prima delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo a giugno. L’obiettivo è quello di definire una Legge dell’Ue sullo spazio “per garantire un approccio coerente” da parte dei Ventisette e delle istituzioni comunitarie in materia di politica spaziale. In assenza di un Regolamento comune per tutti gli Stati membri, al momento l’Unione sta cercando di darsi una linea omogenea attraverso una Strategia per lo spazio.
La prima in assoluto è stata dettagliata il 10 marzo di quest’anno, a partire dall’attuazione della Bussola strategica adottata nel 2022. “I sistemi e i servizi spaziali nell’Ue sono fondamentali per il funzionamento della nostra società e dell’economia, per la sicurezza e la difesa”, aveva spiegato l’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, presentando la necessità di una definizione comune del dominio spaziale e delle minacce per le infrastrutture dei Ventisette. Tra le maggiori sfide sul piano della difesa compaiono anche quelle ambientali (nello spazio e sulla Terra) e climatiche, a partire dall’evoluzione dei programmi spaziali dell’Unione. In questo senso Bruxelles dovrebbe avviare due progetti pilota di test: uno per la fornitura di servizi iniziali di conoscenza dello spazio e un altro per il nuovo servizio governativo di osservazione della Terra, come parte dell’evoluzione del programma satellitare Copernicus.