E’ emergenza uova nel Regno Unito, dove nelle ultime settimane sono diventate un prodotto proibitivo, a causa di un’epidemia locale di influenza aviaria che si è aggiunta alle difficoltà degli allevatori già colpiti dall’aumento dei prezzi del grano e dell’energia dopo la guerra in Ucraina. Insomma, anche la colazione degli inglesi è parte della tempesta perfetta che sta travolgendo l’Europa. Alcuni supermercati come Lidl o Asda hanno già avviato il razionamento, consentendo a ogni cliente di acquistare al massimo due confezioni di uova. La catena di pub JD Wetherspoon ha cambiato il suo menu, sostituendo questo prodotto con alcune alternative.
Le uova rappresentano l’alimento basilare della colazione di Londra, ma attualmente il loro costo è triplicato. La capitale britannica pullula di negozi con l’insegna ‘English breakfast’ che serve omelette e bacon sandwich a tutte le ore. Questi caffè sono particolarmente apprezzati dai lavoratori che sono soliti pranzare a prezzi contenuti. In particolare, si raccolgono qui manovali, addetti alle costruzioni, operai. Un uovo fritto, qualche striscia di bacon, due salsicce e fagioli bianchi al sugo accompagnati da grosse fette di pane tostato: il Gate Grill Cafe, nel cuore di Londra, serve il pasto essenziale a sole sei sterline (sette euro). Ma il costo di produzione del piatto, popolare tra turisti e britannici, è salito alle alle stelle in un Paese in cui l‘inflazione supera l’11%.
Il ministro dell’Ambiente e dell’Alimentazione, Therese Coffey, ha cercato di minimizzare la carenza, sottolineando che c’erano ancora “14 milioni di galline ovaiole disponibili” nel Paese. Ma la fornitura è in calo dall’inizio di novembre. Con l’avvicinarsi del Natale, un terzo dei produttori ha già ridotto la propria produzione, secondo le associazioni di categoria.
La crisi delle uova si aggiunge a un generale malcontento tra la popolazione. La Brexit prima, la crisi del costo della vita poi e ora anche il bilancio di austerità presentato giovedì dal governo, che prevede aumenti delle tasse e minori spese in un Paese già in recessione.