A quindici giorni dall’avvio della Cop28 di Dubai, l’Unione europea trova l’accordo su un’ambiziosa legge per contrastare la perdita di emissioni di metano dal settore energetico. Agricoltura, industria ed energia. Rispettivamente il 53%, 26% e 19% delle emissioni di metano in Ue arrivano da questi tre settori dell’economia europea ed è dall’ultimo, quello con l’impatto minore, su cui Bruxelles ha iniziato a lavorare per ridurre l’effetto sul riscaldamento globale. Un impatto ben 80 volte superiore a quello dell’anidride carbonica su un periodo di 20 anni.
La proposta di regolamento è stata avanzata dalla Commissione europea a metà dicembre 2021, nel quadro di un più ampio pacchetto di decarbonizzazione del mercato del gas e dell’idrogeno (l’altra metà dell’ambizioso pacchetto sul clima ‘Fit for 55’). L’intesa politica raggiunta questa notte dai negoziatori del Parlamento europeo e del Consiglio Ue prevede che siano coperti i settori del petrolio, del gas fossile e del carbone e del biometano una volta immesso nella rete del gas. Il negoziato è iniziato lo scorso 30 agosto, con l’ambizione di entrambe le istituzioni di raggiungere un accordo prima della prossima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la Cop28 in programma dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, per contribuire ad alzare le ambizioni globali sul clima.
Le società energetiche dovranno rilevare e riparare regolarmente le perdite di metano derivate dalle loro attività. L’accordo fissa una tabella di marcia con le tempistiche sul monitoraggio, la comunicazione e le ispezioni di potenziali fonti di emissioni di metano. Gli operatori devono presentare alle autorità competenti relazioni con la quantificazione delle emissioni di metano alla fonte (entro 18 mesi), la quantificazione delle misurazioni dirette delle emissioni di metano alla fonte per gli asset gestiti (entro 24 mesi), le emissioni di metano alla fonte integrata da misurazioni a livello di sito (entro 36 mesi ed entro il 31 maggio di ogni anno successivo) e le emissioni di metano alla fonte per gli asset non gestiti (entro 48 mesi , ed entro il 31 maggio di ogni anno successivo).
La principale novità dell’accordo rispetto alla proposta della Commissione è l’inclusione delle importazioni nella normativa, dal momento che le emissioni di metano dal settore energetico arrivano principalmente dal gas e dal petrolio, di cui l’Ue non è un grande produttore quanto un importatore. Sulle importazioni, i co-legislatori europei hanno concordato tre fasi di attuazione: la prima si concentrerà sulla raccolta dei dati e sulla creazione di uno strumento di monitoraggio globale degli emettitori di metano e di un meccanismo di ‘reazione rapida’ dei super-emettitori; a partire dal primo gennaio 2027, gli importatori dovranno dimostrare requisiti equivalenti di monitoraggio, rendicontazione e verifica a livello di produzione e valori massimi di intensità di metano entro il 2030; saranno poi le autorità competenti di ciascuno Stato membro a poter imporre sanzioni amministrative se queste disposizioni non vengono rispettate. I co-legislatori hanno inoltre incaricato la Commissione di presentare un atto delegato entro 3 anni dall’entrata in vigore per fissare le classi di intensità di metano per il petrolio greggio, il gas naturale e il carbone immessi sul mercato dell’Ue a livello del produttore o dell’azienda.
L’accordo – che dovrà ora essere confermato da entrambe le istituzioni, separatamente – prevede che gli Stati membri mantengano e aggiornino regolarmente un inventario di tutti i pozzi. La prova dell’assenza di emissioni di metano dovrebbe essere prodotta per i pozzi permanentemente tappati e abbandonati meno di 30 anni fa. I piani di mitigazione per risanare, bonificare e tappare permanentemente i pozzi inattivi devono essere mantenuti e aggiornati regolarmente. Infine, le miniere chiuse o abbandonate da meno di 70 anni rientrano nell’ambito degli obblighi del regolamento, con un’esenzione per le miniere completamente allagate da più di 10 anni.
L’accordo raggiunto nella notte è un “passo cruciale per raggiungere il Green Deal europeo e ridurre le nostre emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030”, commenta su X la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson.