
Gli Stati Uniti stanno lavorando per “programmare” un incontro tra Donald Trump e i suoi omologhi russo Vladimir Putin e ucraino Volodymyr Zelensky, ha dichiarato domenica 10 agosto il vicepresidente americano JD Vance, mentre gli alleati europei dell’Ucraina spingono per la presenza di Zelensky al vertice americano-russo in Alaska.
“Uno degli ostacoli più importanti è che Vladimir Putin ha detto che non si sarebbe mai seduto con (Volodymyr) Zelensky, il leader ucraino, e il presidente (Trump) è riuscito a cambiare questa situazione”, ha affermato JD Vance in un’intervista alla rete conservatrice Fox News. Ora, ha aggiunto, l’amministrazione americana sta lavorando per “programmare (il momento in cui) questi tre leader potranno sedersi e discutere della fine di questo conflitto” in Ucraina. I leader dell’Unione europea e delle potenze del Vecchio Continente – scrive France Presse – hanno insistito ancora domenica affinché Kiev sia parte integrante dei negoziati tra Stati Uniti e Russia, a pochi giorni dal vertice previsto venerdì tra Donald Trump e Vladimir Putin in Alaska.
Volodymyr Zelensky, che in linea di principio non parteciperà al vertice, ha esortato i suoi alleati europei, in particolare Francia, Germania e Regno Unito, anch’essi esclusi dai colloqui, a definire un approccio comune. Lunedì 11 agosto è prevista una “riunione straordinaria” in videoconferenza tra i ministri degli Esteri dei paesi dell’Ue e il loro omologo ucraino. L’ambasciatore degli Stati Uniti presso la Nato, Matthew Whitaker, ha da parte sua lasciato intendere domenica che il presidente ucraino potrebbe partecipare al vertice. “Sì, penso senza dubbio che sia possibile”, ha risposto il diplomatico americano presso l’Alleanza Atlantica, interrogato dalla CNN su un’eventuale presenza del capo di Stato ucraino in Alaska.
“Non può certamente esserci un accordo se tutte le parti coinvolte non lo hanno sottoscritto. E, ovviamente, la priorità assoluta è arrivare alla fine della guerra”, ha argomentato Whitaker. Ma alla fine sarà Donald Trump a decidere, ha avvertito il suo ambasciatore presso la Nato. “Se riterrà che invitare Zelensky sia la soluzione migliore, allora lo farà”, ha assicurato. Ma “non è stata presa alcuna decisione”, ha sottolineato l’ex procuratore federale.