
A due settimane dal suo insediamento, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riesce a compattare i leader dei Paesi dell’Unione europea: tutti uniti contro la minaccia di imporre dazi commerciali. Nella riunione informale a Bruxelles, i 27 capi di Stato e di governo hanno “sottolineato il valore del partenariato Ue-Usa, che ha radici profonde ed è destinato a durare nel tempo”, ha precisato una fonte europea. “E hanno concordato che quando sorgono problemi, si dovrebbero trovare delle soluzioni”. Attorno al tavolo “c’è stato un forte consenso sul fatto che le tariffe tra Usa e Ue sarebbero dannose per entrambe le parti”. All’ingresso, questa mattina, l’Alta rappresentante della Politica estera, l’estone Kaja Kallas, aveva scandito che “che non ci sono vincitori nelle guerre commerciali” e che “se gli Stati Uniti iniziano la guerra commerciale l’unica a ridere sarà Cina”. Ancora più netto è stato il presidente francese, Emmanuel Macron: “Se saremo attaccati su questioni commerciali, l’Europa dovrà farsi rispettare e quindi reagire”. Per il cancelliere tedesco Olaf Scholz, “in quanto area economica forte, possiamo gestire i nostri affari e rispondere alle politiche dei dazi con altre politiche dei dazi” anche se “la prospettiva e l’obiettivo dovrebbero essere quelli di procedere in modo tale da giungere alla cooperazione”. Dello stesso avviso il premier polacco, Donald Tusk: “Penso che dobbiamo fare di tutto per evitare questa guerra commerciale totalmente inutile e stupida. Ma allo stesso tempo dobbiamo mantenere i nostri possibili colloqui con gli amici americani”.
Sulla sponda orientale dell’Atlantico, dunque, si cerca il dialogo per arrivare a una soluzione. Anche se, da Washington, pare che Trump stia valutando l’idea di imporre dazi del 10 percento sui prodotti importati dall’Unione europea. Lo riporta il Telegraph citando una fonte vicina all’amministrazione.
Intanto il primo ministro canadese, Justin Trudeau, cerca un alleato a Bruxelles. A quanto riferito da una fonte europea, Trudeau ha avuto ieri sera una chiamata con il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, per informarlo della reazione canadese alla decisione di Trump di imporre dazi del 25% su Canada e Messico. “Entrambi i leader hanno sottolineato l’importanza delle relazioni bilaterali Ue-Canada e hanno confermato la loro determinazione a continuare a lavorare insieme in tutti gli aspetti della cooperazione in termini di relazioni interpersonali, commercio e investimenti”, ha illustrato la fonte.
E ad alzare la cornetta è stato, oggi, lo stesso Trump. Dopo aver parlato con la presidente messicana, Claudia Sheinbaum, l’inquilino della Casa Bianca ha confermato una “pausa immediata” di un mese ai dazi doganali del 25%, che sarebbero dovuti entrare in vigore domani, contro il suo vicino meridionale. Sia Trump che Sheinbaum hanno descritto positivamente la chiamata – “molto cordiale” per il primo, “proficua” per la seconda – e il Tycoon ha precisato che nei 30 giorni di stop si svolgeranno delle trattative per raggiungere un “accordo” con il Messico. Per ora, sul tavolo ci sono gli impegni di Città del Messico a rafforzare con 10 mila agenti della Guardia nazionale il confine tra i due Paesi contro il traffico di droga da sud a nord e quelli di Washington a lavorare per impedire il traffico di armi da nord a sud. Infine, le prossime ore saranno quelle della telefonata con Trudeau. “Ho appena parlato con Justin Trudeau”, ha scritto Trump su Truth nella mattina americana (il primo pomeriggio europeo), ribadendo che i dazi allo Stato vicino intendono frenare l’arrivo di droga negli Usa. “Gli parlerò di nuovo alle 15” (le 21 europee), ha aggiunto. Un orario in cui – secondo le previsioni di agenda – i 27 leader Ue saranno ancora riuniti. L’intenzione di Trump è avere un colloquio anche con la Cina nelle prossime 24 ore.