Inflazione, a maggio sale al 6,8%: ma così alta dal 1990, pesa energia

Nel mese di maggio, dopo il rallentamento di aprile, l’inflazione torna ad accelerare salendo a un livello che non si registrava da novembre 1990. Lo rende noto l’Istata nei dati definitivi dei prezzi al consumo. L’aumento è dello 0,8% su base mensile e del 6,8% su base annua (da +6,0% del mese precedente); la stima preliminare era +6,9%. Gli elevati aumenti dei prezzi dei beni energetici continuano a essere il traino dell’inflazione e le loro conseguenze si propagano sempre più agli altri comparti merceologici, i cui accresciuti costi di produzione si riverberano sulla fase finale della commercializzazione. Per i beni energetici, la crescita passa da +39,5% di aprile a +42,6% a causa degli energetici non regolamentati (da +29,8% a +32,9%; la crescita dei prezzi degli Energetici regolamentati è stabile a +64,3%), degli alimentari (da +6,1% a +7,1%), soprattutto dei beni alimentari lavorati (da +5,0% a +6,6%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,4% a +4,4%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +5,1% a +6,0%).