Lombardia chiama Ue: 11 richieste a nuova Commissione. Guidesi: “Ripartire da manifattura”

Le imprese lombarde, hanno così partecipato al 'Tavolo competitività' regionale che si è tenuto per la prima volta a Bruxelles

Lombardia chiama Europa. La prima regione industriale d’Europa, superando concorrenti come i Lander tedeschi del Baden Wurttemberg e della Baviera, si è presentata questa mattina a Bruxelles per presentare 11 richieste alla nuova Commissione. La locomotiva italiana e continentale punta a instaurare un dialogo diretto con il nuovo esecutivo europeo che uscirà dalle elezioni di giugno, in virtù dei suoi numeri da record. Lo scorso anno l’interscambio globale lombardo ha toccato il suo picco storico, sfiorando i 350 miliardi di euro, in crescita del 21%. L’export ha superato i 162 miliardi di euro, il valore più alto di sempre, con una crescita del 19,1%. Il Pil della Lombardia alla fine del 2023 è cresciuto del 5,5%, distanziando nettamente le regioni europee a lei più ‘simili’: Catalogna a +1,1%, Baviera a 0,4% e Baden Wurttemberg ancora sotto del -1% nel 2023 a confronto con il 2019, secondo quanto emerge dal Booklet economia realizzato dal Centro Studi di Assolombarda.

I protagonisti di questi record, ovvero le imprese lombarde, hanno così partecipato al ‘Tavolo competitività’ regionale che si è tenuto per la prima volta a Bruxelles. Regista dell’operazione è l’assessore alle Attività Produttive, Guido Guidesi. Tutte le associazioni di categoria del sistema produttivo ed economico, nella capitale della Ue, hanno sottoscritto un documento politico-istituzionale ufficiale con proposte relative a undici tematiche strategiche affinché “si riparta dal sostegno dei territori produttivi attraverso il confronto e l’ascolto”. Le undici tematiche richiamate nel documento sono: attrazione investimenti, credito, economia di prossimità, economia sociale, energia e indipendenza nell’approvvigionamento, filiere ed ecosistemi, manifattura, microimprese, patto di stabilità, piena neutralità tecnologica, politica fiscale.

Nel dettaglio gli imprenditori e la Regione Lombardia chiedono di elaborare “un piano di incentivazione di nuovi investimenti finalizzati al recupero e alla valorizzazione delle aree produttive inattive e/o dismesse” e l’istituzione “di un fondo di garanzia europeo per l’accesso al credito in affiancamento alla tradizionale politica monetaria della Bce” oltre che di promuovere “in sede comunitaria, in attuazione dello Small Business Act, di uno standard di metrica valutativa in tema di ESG adeguata alla qualità, alle pratiche e alle dimensioni delle micro e piccole imprese e ai loro obiettivi rispetto ai settori di appartenenza”. Alla voce energia si chiede di dare vita a “un piano energetico europeo e di un sistema di incentivazione, che permetta agli Stati Membri di garantire internamente equi i costi primari energetici, quale condizione per competere a pari condizioni nell’Unione e a livello intercontinentale; pieno sostegno ai progetti di conversione verso modelli di produzione e di consumo circolari, riducendo la domanda di risorse ed energia e con essa la dipendenza europea dalle importazioni”.

Il mondo manifatturiero lombardo punta alla “definizione e approvazione di un quadro politico normativo che permetta alle imprese di affrontare con successo la transizione ecologica e digitale, attraverso l’individuazione di strumenti nuovi, impostati alla piena neutralità tecnologica, anche a sostegno di progettualità di filiera interregionali e settoriali e tenuto conto delle diverse caratteristiche e dimensioni imprenditoriali, con particolare riferimento alla piena integrazione delle pmi dentro le filiere europee”.

Siamo convinti – è ancora il pensiero di Guidesi – che sia fondamentale essere presenti alla vigilia dell’insediamento della prossima Commissione, visto che finalmente l’Europa ha deciso di occuparsi del futuro della sua competitività, anche alla luce del lavoro che sta portando avanti Mario Draghi. La nostra idea è che l’Europa sarà competitiva se ripartirà dai territori manifatturieri; da qui nasce la nuova strategia di creare alleanze, lobby istituzionali tra territori manifatturieri per influenzare le scelte della prossima Commissione; lo facciamo perché pensiamo che l’uscente Commissione Europea abbia preso decisioni surreali causando gravi danni economici alla stessa Europa. Altresì, noi non vogliamo commettere l’incredibile errore di coloro i quali continuano a difendere totalmente queste decisioni, rischiando di provocare la fine dell’Europa stessa. L’Europa, secondo noi, si salva solo se la prossima Commissione avrà un rapporto diretto con i territori produttivi; per questo è importante il ‘far squadra’ dei territori più produttivi”.

La competitività in Europa passa infine dall’autonomia, punto di forza per tante realtà europee ma non per la Lombardia, sottolinea ancora Guidesi. Le aziende chiedono “parità ed equità di trattamento fiscale sulle imprese tra territori all’interno della comunità europea e confinanti con gli Stati Membri”. “Di fronte ai numeri importanti della Lombardia è lecito pensare quali ulteriori record potremmo raggiungere se disponessimo delle competenze e delle risorse di cui godono i ‘cugini’ europei; il tema dell’autonomia diventa quindi ancora più determinante e urgente, non si tratta di un discorso ideologico ma economico”. “Di una Lombardia autonoma – sottolinea l’assessore – ne gioverebbe tutto il paese perché se il paese vuole continuare ad essere trainato dalla Lombardia deve metterla nelle condizioni degli altri; guardando al Continente questo si traduce nel ‘principio di equità concorrenziale’; tra le più importanti Regioni europee la Lombardia è tra le poche a non poter beneficiare dell’autonomia e questo significa meno possibilità di sostegno alle imprese rispetto ai concorrenti europei che così, a loro volta, hanno l’opportunità di poter conquistare nuovi mercati a discapito della Lombardia”.