Maxi investimenti dell’Algeria su rinnovabili e idrogeno verde per aumentare export

L'annuncio di Merouane Chabane, direttore generale dell'Agenzia algerina per la Promozione e la Razionalizzazione dell'Uso dell'Energia, durante la MeetMed Week in corso ad Hammamet in Tunisia,

Rinnovabili

L’Algeria sta varando un maxi piano per le rinnovabili e per l’idrogeno verde, che promette di fornire grandi quantità di energia all’Italia e all’Europa. Contemporaneamente il Paese nordafricano sta accelerando sull’efficientamento energetico in patria e sull’elettrificazione per ridurre i consumi energetici per “preservare le nostre risorse primarie e mantenere la nostra quota di esportazioni, che al momento generano ancora molto Pil”, come spiegato da Merouane Chabane, direttore generale di Aprue (l’Agenzia Nazionale algerina per la Promozione e la Razionalizzazione dell’Uso dell’Energia), durante la MeetMed Week in corso ad Hammamet in Tunisia, organizzata da Medener (che vede Roberta Boniotti di Enea come segretario generale), Anme (l’Agenzia Nazionale tunisina per la Gestione dell’Energia) in partnership con la stessa Aprue.

L’Algeria ha lanciato un ambizioso programma per aumentare l’uso delle energie rinnovabili entro il 2035. Si tratta di un programma che prevede 15.000 MW, principalmente fotovoltaico. La prima fase è stata recentemente lanciata con 3.000 MW e l’inizio dei lavori è previsto entro il prossimo mese. La messa in funzione delle prime unità è prevista invece per il 2026, mentre il completamento della prima parte del programma è fissato per l’inizio del 2027. Allo stesso tempo – spiega Chabane – verranno avviati altri lotti, in modo da raggiungere una media di 1.000 MW all’anno, per arrivare a 15.000 MW entro il 2035. Si tratta di un programma molto ambizioso, che ci permetterà di raggiungere il 30% di capacità energetica rinnovabile entro il 2035”.

Grazie all’incremento di rinnovabili, Algeri punterà spedita sull’idrogeno verde, “dato il suo potenziale di energia solare, ma anche la sua notevole esperienza e le sue infrastrutture per il gas, che le danno vantaggi competitivi rispetto ad altri Paesi, e di conseguenza costi di produzione che diventeranno sempre più bassi per essere competitivi con l’idrogeno grigio che produce attualmente“, continua Chabane. Presto il più grande Paese del Maghreb “lancerà due progetti pilota sull’idrogeno, tra cui il principale ad Arzio-Arzew, con una capacità di 50 MW, nell’ambito della collaborazione con la cooperazione tedesca, in modo da poter padroneggiare l’intera catena del valore dell’idrogeno, oltre a formare tutte le sue competenze nel settore“, sottolinea il direttore generale di Aprue. Attualmente l’Algeria “è il principale fornitore di gas naturale per il mercato europeo, e vuole rimanere tale diversificando, in particolare esportando idrogeno, ma anche energia verde”, aggiunge Chabane. “Perché ha davvero il potenziale e la capacità di fornire questa nuova forma di energia sostenibile a costi molto competitivi”. E “in questo senso, si trova in una posizione molto forte rispetto ai Paesi vicini”.

Nel frattempo “l’Algeria ha adottato misure per risparmiare energia senza incidere sulla situazione socio-economica degli algerini. Queste misure di risparmio energetico si dividono in due parti. In primo luogo, l’efficienza energetica nei settori più energivori: l’industria, con la decarbonizzazione del settore, e i trasporti, anch’essi con la decarbonizzazione. Il processo è già iniziato con l’introduzione massiccia del GPL nei trasporti individuali, oltre che con l’elettrificazione delle ferrovie e l’introduzione del trasporto pubblico, metro e tram. Sette città dispongono di questo tipo di trasporto. È in corso anche un programma di elettrificazione di 6.000 chilometri di ferrovia. Allo stesso tempo, stiamo lavorando per promuovere la mobilità elettrica, soprattutto nelle aree urbane”. Non solo. “Il settore più importante è quello delle costruzioni”, sottolinea Chabane. “Qui c’è un programma molto, molto ambizioso per ristrutturare centinaia di migliaia di case esistenti, ma anche per introdurre misure di efficienza nei nuovi programmi abitativi, in modo da ridurre il consumo energetico di oltre il 15% entro il 2035. L’altra parte consiste nel lavorare sull’uso e sul comportamento degli utenti, ma anche dei committenti a livello di autorità locali, in modo che l’energia possa essere utilizzata per il suo giusto scopo. Dobbiamo quindi combattere gli sprechi energetici – conclude il direttore generale di Aprue – il che contribuirà a limitare il consumo eccessivo di energia non necessaria. Questo ci permetterà di preservare le nostre risorse primarie e di mantenere la nostra quota di esportazioni, che al momento generano ancora molto Pil”.