Il futuro delle auto è l’elettrico, ma con una particolare attenzione e sensibilità nei confronti di chi fa dello spostamento su ruote una professione. Parola di Paolo De Santis, presidente di AIMS, Associazione imprenditori mobilità sostenibile, che a margine della fiera Expomove a Firenze ha delineato a GEA la sua visione dei trasporti nei prossimi anni e le sue idee per il settore.
Presidente, l’Europa ha decretato lo stop alla vendita di auto con motori a combustione al 2035. Sarà un’opportunità o un ostacolo per gli imprenditori del vostro settore, in larga parte composto da servizi di noleggio con conducente (Ncc)?
“Finalmente ci affrancheremo dai motori a combustione che emettono anidride carbonica che uccide. Il futuro del settore è immenso, dover sostituire tutto un parco marciante con la nuova tecnologia ci fa capire quali saranno gli impatti negli anni a venire. Le aziende si stanno muovendo verso l’elettrico con grande forza e con grandi investimenti”.
L’elettrico, però, a oggi presenta ancora alcune difficoltà in termini di autonomia e tempi di ricarica. È un problema per voi?
“Ci sono due tipi di fruitori degli automezzi elettrici: i privati e i professionisti. Per il privato va benissimo l’auto elettrica, per andare a lavoro o a fare la spesa. I professionisti, e parlo di autisti Ncc, di camion, di pullman turistici, hanno bisogno di mezzi che trovino ancora una soluzione compromissoria. Non siamo ancora in grado di poter utilizzare il full electric al 100%, perché è insufficiente. Oggi nella migliore delle ipotesi un veicolo può avere un’autonomia reale di 300-350 chilometri. Io in un giorno ne percorro 300, sono al limite, se mi capita un imprevisto non torno a casa. Al momento la vedo dura, perché automobili elettriche con autonomia limitata ci limiterebbero a nostra volta. Però siamo i primi a pensare che questo è il futuro. Il professionista ha bisogno di una soluzione intermedia”.
Avete delle idee?
“Io sono convinto sia l’idrogeno. Quando c’è un cambio di tecnologia bisognerebbe esplorare tutti i sentieri. L’idrogeno potrebbe essere, nel frattempo, un ottimo passo intermedio prima di arrivare all’elettrico che garantisce tutti. Alle aziende raccomando di esplorare tutti i sentieri per trovare quelli più adatti”.
E quale è il valore aggiunto che le imprese a voi associate possono portare in questa transizione?
“Per noi è un momento di eccitazione, stiamo cavalcando un cambio di tecnologia, forse uno dei più importanti degli ultimi 150 anni. Stiamo passando dalla motorizzazione derivata dal petrolio all’elettrico, ed è bellissimo. Noi come AIMS siamo molto interessati agli sviluppi, chi più di noi oggi ha bisogno di nuove tecnologie. Siamo interessati a vedere cosa succederà e a dare il nostro contributo. Noi ci proponiamo per una fattiva collaborazione con chi avesse bisogno per mettere al servizio la nostra esperienza. Rappresentiamo aziende nelle quali ogni automobile percorre dagli 80 ai 100mila chilometri l’anno. Abbiamo una certa esperienza. Potremmo essere utili nella progettazione delle modalità di integrazione tra trasporto pubblico e privato. E potremmo fare anche da test. Immaginiamo i nuovi prodotti che andranno sul mercato: c’è un cambio di tecnologia totale. Potremmo essere utili per ‘debuggare’ (individuare e correggere gli errori, ndr) le nuove automobili: capire i vantaggi e i problemi tecnici e cercare di migliorarle”.
Intanto, a breve si insedierà il nuovo Governo che dovrà gestire anche questa transizione…
“Ci aspettiamo che il Governo sia molto sensibile, anche perché l’Ue ce lo impone, all’applicazione di queste nuove normative e leggi. Noi siamo molto fiduciosi. Il problema non è tanto arrivarci, ma come il Governo lo farà. E lì, secondo me, sta l’incertezza perché per cavalcare una transizione tecnologica importante come questa ci vogliono le idee molto chiare. Non voglio essere disfattista, ma io non credo che questo Governo abbia in materia delle idee molto chiare”.