Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) viene visto da tutte le regioni italiane come una manna per rimettersi in carreggiata dopo la batosta della pandemia. Un’opportunità europea per avere fondi per sviluppo, digitalizzazione, transizione verde e trasporti e allinearsi così alle più avanzate economie occidentali. Al Pnrr guarda con particolare interesse la Sardegna, che dal punto di vista delle infrastrutture sconta ritardi atavici.
L’isola, infatti, non ha nemmeno un metro di linee ferroviarie elettrificate (e non ha neanche le autostrade) mentre nel resto del Paese l’elettrificazione copre il 72%. Alta Velocità nemmeno a parlarne. E pure la stessa capillarità del sistema ferroviario lascia a desiderare se paragonata con gli standard italiani. La Sardegna ha infatti 18 km di ferrovie ogni mille chilometri quadrati. In Italia la media è di 56 chilometri per mille chilometri quadrati. Non va bene nemmeno sul fronte del doppio binario: ne è stato realizzato solo un breve tratto, tra Cagliari e San Gavino. I convogli, dunque, si incrociano solo nelle stazioni. In Sardegna c’è il doppio binario solo nel 12% della rete mentre nel resto del Paese si raggiunge quasi la metà.
Nel suo documento, il Mims annovera un focus dedicato solo alla Sardegna. “La rete ferroviaria della Sardegna – si legge – comprende linee che si sviluppano per un totale di oltre 1.000 km di lunghezza, di cui circa 427 km a scartamento ordinario (1.435mm) e oltre 600 km a scartamento ridotto (950 mm). L’esercizio dell’attività ferroviaria nell’isola è gestito da due società: RFI che gestisce le linee ferroviarie a scartamento ordinario che compongono la rete principale dell’isola e ARST S.p.A. – azienda di trasporti interamente partecipata dalla Regione Autonoma della Sardegna – che è competente per le tratte a scartamento ridotto. Su queste ultime si svolgono servizi pubblici per una estesa di circa 205 km. L’offerta per il trasporto pubblico locale è presente su cinque linee: Monserrato – Isili; Macomer – Nuoro; Sassari – Alghero; Sassari – Sorso; Sassari – Nulvi. La rete restante in gestione a ARST è destinata a servizi turistici soprattutto in estate. Il diverso scartamento – spiega il ministero – condiziona la competitività del vettore ferroviario perché le due reti sono non integrate e quindi di fatto isolate. Su di esse non è possibile effettuare servizi che coinvolgano entrambe le infrastrutture in continuità, ma occorre prevedere una cosiddetta rottura di carico: infatti, i convogli che circolano su di una rete non possono circolare sull’altra rete a scartamento diverso, ne consegue che i viaggiatori che effettuano relazioni che interessano entrambe le reti devono scendere da un primo convoglio, attendere in stazione e poi prendere un secondo convoglio”.
La rete ferroviaria nella Regione Sardegna che è in concessione a RFI si sviluppa per circa 427 km di linee in esercizio interamente non elettrificate di cui 50 km a doppio binario e 377 km a semplice binario. La rete, che è classificata come complementare secondaria, è quasi interamente a semplice binario (con eccezione della tratta Cagliari–S. Gavino) e appunto interamente non elettrificata. La circolazione dei treni avviene con sistema di esercizio in telecomando (Ctc). La rete ferroviaria in concessione a RFI è costituita da una linea principale Nord Sud (cosiddetta ‘Dorsale Sarda’), che, attraversando l’entroterra regionale, collega la città di Cagliari con quella di Chilivani che è poi integrata da altre tratte di collegamento verso i centri urbani situati nelle zone costiere di Olbia e Sassari a nord e verso Iglesias e Carbonia a sud.
“Negli anni – spiega il ministero – si è più volte intervenuti per il potenziamento della linea nel tratto di avvicinamento al capoluogo di Cagliari e nel 2010 sono stati completati i lavori di raddoppio della tratta Decimomannu-San Gavino Monreale: 34 km di raddoppio che portano a 50 i km di linea a doppio binario tra Cagliari e San Gavino, con l’eliminazione di 30 passaggi a livello ed un investimento di oltre 200 milioni di euro. Nel 2013 è stata inaugurata la fermata di Elmas Aeroporto, tramite la quale è possibile il collegamento ferroviario con l’aeroporto di Cagliari-Elmas”.
I criteri principali del progetto di revisione dei servizi, contenuti nell’Accordo Quadro tra Regione Sardegna e RFI, spiegano dal ministero, si focalizzano sia sulla velocizzazione dei servizi a lungo raggio che sull’incremento e sulla specializzazione dei servizi più capillari. Nel documento sono stati individuati differenti scenari di servizio, sia di medio termine che di regime, correlati agli investimenti in corso per il potenziamento infrastrutturale e tecnologico sulla rete regionale. In particolare, nello scenario di medio termine è confermato il modello di offerta attuale con potenziamento dei servizi Cagliari – Oristano e possibilità di incrementare i livelli di servizio da/per l’aeroporto di Cagliari Elmas in relazione alle fasce orarie a più elevata concentrazione di domanda. Nello scenario di regime è prevista una sostanziale rivisitazione del modello di esercizio finalizzata a garantire la velocizzazione e l’incremento dei servizi nonché il miglioramento delle condizioni di accessibilità in stazione. In particolare si parla di dorsale asse nord – sud (Cagliari – Olbia/Sassari) con un modello di offerta atto a garantire servizi velocizzati tra Oristano e Chilivani; dorsale asse orizzontale (Cagliari – Decimomannu – Iglesias/Carbonia) con un modello di offerta a regime con obiettivo di cadenzamento a 30 minuti sui collegamenti Cagliari – Iglesias e Cagliari – Carbonia, con servizi passanti da/per Cagliari anche da Iglesias (servizio a 15 minuti nella stazione di Villamassargia). L’implementazione dell’elettrificazione, che verrà estesa nel tempo a tutta la rete e l’installazione del sistema Ertms, conclude il ministero, permetterà in futuro di potenziare ulteriormente il modello di offerta.