Trasporti, Musolino (Porto Civitavecchia): “Per decarbonizzare serve collaborazione pubblico-privato”

Il Presidente di MedPorts e dell’Autorità portuale Mar Tirreno Centro Settentrionale aggiunge: "Stiamo cercando di essere un porto che si adatta ai cambiamenti”

E’ chiaro che la sostenibilità dei trasporti marittimi è una componente significativa dell’ottenimento o meno delle sfide che abbiamo di decarbonizzazione, non solo in Italia ma a livello planetario. I trasporti marittimi sono la spina dorsale della globalizzazione, circa il 90% delle merci prodotte nel mondo nella vita di prodotto almeno una volta è a bordo di una nave. Quindi è evidente che i trasporti marittimi hanno un ruolo estremamente importante e sono anche particolarmente inquinanti. C’è stata, soprattutto dopo il Covid, un’accelerazione importante. Molti investimenti sono stati fatti, anche da parte degli armatori”. Così Pino Musolino, Presidente di MedPorts e dell’Autorità portuale Mar Tirreno Centro Settentrionale, a margine dell’evento ‘I trasporti italiani ed europei e la sfida del 2035’, organizzato a Roma da Gea, Eunews e Fondazione Art.49. “E’ evidente – aggiunge – che è necessaria una forte collaborazione pubblico-privata. Perché il pubblico da solo non avrà la capacità e lo spirito imprenditoriale e il privato non avrà le risorse. Dobbiamo investire nei prossimi anni in ricerca e sviluppo per far sì che una serie importante di opzioni relative alla decarbonizzazione possa prendere piede. In questo momento non c’è una ricetta magica, ci sono una serie di sperimentazioni. Probabilmente non tutte fra dieci anni diventeranno significative, ma non lo sapremo mai se non investiamo oggi”.

 

C’è un campionario di case history interessanti, come quello che stiamo cercando di fare a Civitavecchia soprattutto nel campo dell’idrogeno. C’è la possibilità di sperimentare ed è la cosa più stimolante che possiamo fare in questo momento seppur con una grande fatica”, spiega. “Ci stiamo muovendo – conclude – anche sul fotovoltaico. Noi cerchiamo di reperire energia verde e di abbassare la nostra carbon footprint in ogni angolo. Non ci sarà la misura del 100%, però ci sarà il 3% su un’operazione, il 5% su un’altra e tutto insieme abbasserà. Noi non solo cerchiamo di fare buone pratiche, ma le copiamo anche da altri Paesi e altre realtà dove un lavoro è già stato fatto e non vedo perché non si debba avere l’umiltà di bussare alla porta e riadattare alcune di quelle idee alle nostre necessità. E’ un momento estremamente stimolante, molto difficile ma di grande cambiamento. Nei momenti di grande cambiamento vincono e sopravvivono quelli che si adattano di più. Noi stiamo cercando di essere un porto che si adatta ai cambiamenti”.