Agricoltura, nuova legge sul biologico. Cosa prevede?

Tra le novità introdotte dalla norma ci sono il marchio nazionale di agricoltura biologica, l’organizzazione del mercato e altro ancora

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È entrata in vigore la legge sul biologico in agricoltura, approvata in maniera definitiva al Senato il 2 marzo scorso, dopo l’eliminazione dell’equiparazione ai metodi della biodinamica, che aveva sollevato polemiche, bloccando l’iter parlamentare.

Tra le novità introdotte dalla norma ci sono il “marchio nazionale di agricoltura biologica”, che “contraddistingua i prodotti ottenuti con il metodo biologico, realizzati con materie prime coltivate o allevate in Italia”; la definizione giuridica dei distretti biologici e l’organizzazione della produzione e del mercato, compresa l’aggregazione tra i produttori e gli altri soggetti della filiera; la legge delega al governo per la revisione della normativa in materia di armonizzazione e razionalizzazione sui controlli.

Viene anche istituito un tavolo tecnico e un fondo per lo sviluppo della produzione biologica. Al tavolo è affidato il compito di: delineare indirizzi e definire le priorità del Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica; esprimere pareri sui provvedimenti di carattere nazionale ed europeo in merito alla produzione biologica; proporre attività di promozione del biologico; individuare strategie per favorire l’ingresso e la conversione delle aziende convenzionali al biologico.

È previsto il piano nazionale per le sementi e la certificazione delle sementi biologiche, finalizzato ad aumentare la disponibilità delle sementi per le aziende e a migliorarne l’aspetto quantitativo e qualitativo con riferimento a varietà adatte all’agricoltura biologica e biodinamica. Il Piano ha durata triennale ed è volto a promuovere il miglioramento genetico partecipativo al fine di selezionare piante che rispondano ai bisogni degli agricoltori e che si adattino alle diversità ambientali, climatiche e colturali.

Si introduce anche il fondo di sviluppo dell’agricoltura biologica, il sostegno alla ricerca, ai distretti di filiera, alla formazione professionale, la promozione degli accordi quadro e delle intese di filiera. Il ministro, con proprio decreto aggiornato anche annualmente, determina la quota della dotazione del Fondo da destinare, con separata evidenza contabile, alla realizzazione del marchio biologico italiano, al finanziamento del piano nazionale delle sementi biologiche, nonché, sentito il Ministro dell’università e della ricerca, al finanziamento dei programmi di ricerca e innovazione.

L’approvazione è arrivata dopo la modifica introdotta a Montecitorio, il 9 febbraio ed è entrata in Gazzetta ufficiale il 23 marzo.