
E’ battaglia delle opposizioni alla Camera per la sicurezza del cibo, dell’acqua e dei terreni. In Aula arrivano due mozioni, a firma Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle, per mettere al bando i Pfas, le sostanze perfluoroalchiliche utilizzate dagli anni ‘50 dall’industria per rendere impermeabili all’acqua e al grasso tessuti, pelli, tappeti, contenitori per cibo, insetticidi, prodotti cosmetici. Si tratta di inquinanti esterni che si degradano in tempi secolari, si accumulano nell’organismo, si disperdono nelle falde e nelle colture. “La contaminazione da Pfas ha raggiunto un livello pauroso soprattutto nella mia regione, il Veneto, avvelenando un’area di 180 chilometri quadrati circa abitata da 350mila persone, la seconda falda freatica più grande d’Europa, un vero ecocidio. Basta, dobbiamo metter al bando queste sostanze”, tuona la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella. Sono sette le richieste di Avs: una legge per la diminuzione dell’immissione nell’ambiente delle Pfas, la loro graduale sostituzione, fino a giungere alla loro completa eliminazione nei processi produttivi e nei prodotti industriali; la sostituzione dei Pfas attraverso sostanze certificate sicure per la salute umana e per l’ambiente; linee guida tecniche sui metodi analitici per il monitoraggio; nuovi limiti vincolanti per l’acqua potabile per il gruppo dei composti Pfas più pericolosi; iniziative in sede di Unione europea per l’abbandono dell’utilizzo dei Pfas sostenendo la revisione della normativa Reach; bonifica delle aree contaminate in Italia adottando e applicando il principio ‘chi inquina paga’; screening e monitoraggi per tutti i tipi di Pfas per definire un quadro certo della presenza di questi inquinanti.
La gravità delle conseguenze che i Pfas hanno sulla salute dell’ambiente e dei cittadini è “sufficiente per bandirli definitivamente senza ‘se’ e senza ‘ma’”, fa eco in Aula la deputata M5S Patty L’Abbate, vicepresidente della commissione Ambiente. Il governo, insiste, “non può continuare a ignorare questa emergenza: l’Italia non abbia esitazioni e metta subito a terra provvedimenti che ne vietino la produzione e l’utilizzo”.
Dall’emergenza Pfas deriva una crisi ambientale e sanitaria che “non va sottovalutata”, aggiunge Maria Stefania Marino, del Pd: “Non possiamo più permetterci di tergiversare”, insite, ricordando che queste sostanze “non si degradano, accumulandosi anche negli organismi viventi, le ritroviamo persino nel nostro sangue, con conseguenze potenzialmente devastanti”.
Secondo studi scientifici, infatti, l’esposizione ai Pfas è associata infatti a problemi di salute gravi, come danni al sistema immunitario, problemi nello sviluppo dei bambini, malattie cardiovascolari, tumori, danni al fegato e alla tiroide. E Greenpeace Italia, con l’indagine Acque Senza Veleni, ha rivelato che la contaminazione da Pfas nelle acque potabili italiane è diffusa e coinvolge tutte le Regioni.
“Fratelli d’Italia rivendica di voler tutelare il diritto all’ambiente e il diritto alla salute sanciti dalla Costituzione, salvaguardando nel contempo il diritto alle imprese a produrre e il diritto dei consumatori a poter acquistare prodotti di largo consumo a prezzo più equo”, fa presente il deputato di FdI Aldo Mattia.
Greenpeace si appella al Parlamento per chiedere che le forse politiche si schierino per il divieto all’uso e alla produzione di queste sostanze e che introducano limiti più bassi per la loro presenza nelle acque potabili. “Nonostante le prove scientifiche sui gravi danni alla salute causati da alcuni Pfas riconosciuti come cancerogeni, e la contaminazione diffusa delle acque potabili italiane, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha finora ignorato questa emergenza, fallendo nel proteggere adeguatamente la salute pubblica e l’ambiente”, denuncia Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento dell’associazione. Questo, sottolinea Greenpeace, nonostante la commissione Ecomafie si sia di recente espressa per regolamentare i Pfas. “Il voto sulle due mozioni ci dirà chiaramente come la pensano le varie forze politiche”, continua Ungherese. “Si schiereranno per proteggere gli interessi degli inquinatori o la salute delle persone e dell’ambiente in cui viviamo?”, domanda. La votazione delle mozioni, che indirizzerebbero il governo sulle iniziative da adottare, è calendarizzata da giovedì 13 marzo.