La battaglia di Matteo Salvini contro lo stop alle auto diesel Euro 5 in Piemonte va avanti. Le limitazioni (in vigore dal 15 settembre) sono state introdotte dalla giunta della Regione guidata dal forzista Alberto Cirio, che di fatto anticipa di due anni una misura prevista dalle norme europee.
Lo stop alle auto più inquinanti sarà previsto dal lunedì al venerdì tra le 8.30 e le 18.30 in 76 Comuni, inclusa la città di Torino.
Sulla questione, il governo nazionale e quello regionale sono dunque disallineati. In cdm, il vicepremier leghista ha annunciato un primo tavolo tecnico per evitare l’anticipo delle limitazioni e, spiega, tutelare famiglie e imprese. La riunione, che si dovrebbe tenere in videocollegamento e senza i ministri, è attesa per oggi alle 11 e coinvolgerà i tecnici dei ministeri che operano sul dossier: i Trasporti, l’Ambiente (guidato da Gilberto Pichetto, piemontese e in quota Forza Italia), e le Politiche Ue (retto da Raffaele Fitto, Fdi).
Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, smorza i toni: “Ci atteniamo alle decisioni che vengono prese dalla giunta regionale. Come tutte le amministrazioni che sono coinvolte noi ci adegueremo a quelle che saranno le decisioni finali“, afferma. La questione dell’inquinamento dell’aria, ricorda, è “cruciale“. Un tema di “priorità assoluta“, ribadisce il primo cittadino, perché “la salute pubblica deve essere garantita, e dentro questa cornice, con gli interventi messi in campo, noi cercheremo di continuare la nostra strategia di mobilità sostenibile, e di rispettare le decisioni assunte dal governo e dalla Regione Piemonte“.
Per la Regione, interviene il capogruppo leghista in Consiglio del Piemonte, Alberto Preioni, assicurando che si faranno tutti gli approfondimenti necessari per “spostare la data adempimento e sospendere misura”. In questo modo, scandisce facendo eco al suo segretario di partito, “eviteremo di danneggiare centinaia di migliaia di famiglie e lavoratori piemontesi”. Anche il dicastero di Pichetto ha invitato Cirio a rivedere il provvedimento: “Deve essere chiara a tutti, Ue compresa, la necessità di un percorso graduale, per evitare che interi settori economici e fasce di popolazione siano travolti da tempistiche e standard non sostenibili“, ha detto la scorsa settimana la viceministra Vannia Gava. “Se da un lato siamo tutti d’accordo sulla necessità di un aggiornamento del parco auto, con la progressiva eliminazione degli euro 2, dall’altro – ha motivato – abbiamo il dovere di coniugare la tutela ambientale con la salvaguardia delle nostre famiglie e dell’economia italiana”.
Per il governatore Cirio, è la procedura di infrazione dell’Europa nei confronti dell’Italia a imporre misure “pesanti” che, ha spiegato nei giorni scorsi, “siamo costretti ad attuare“. Per alleviare il peso su famiglie e imprese, la Regione ha avviato una interlocuzione con Bruxelles, perché “l’attenzione all’ambiente deve poter essere sostenibile“.
Sulle barricate Legambiente Piemonte, secondo cui la narrazione che il governatore e parte del governo fanno della vicenda è “distorta“: “La Regione Piemonte compare con più di un Comune nella classifica delle aree più inquinate d’Italia. Questo è il dato di fatto da cui è necessario partire e che si conferma con costanza ormai da parecchi anni“, tuona il presidente locale, Giorgio Prino, che grida all’obbligo tutelare la salute dei cittadini. La scelta di anticipare gli obblighi europei, sottolinea, è autonoma dell’amministrazione regionale, non c’è “diktat europeo“. “Si prosegua senza indugio in tal direzione e nell’implementazione delle altre misure previste nel piano presentato nel 2021: a essere in pericolo – afferma – non è solo la salute pubblica, ma anche la credibilità delle nostre istituzioni”.