L’aula della Camera concede il disco verde sul voto finale sul decreto Ponte sullo Stretto di Messina, con 182 sì, 93 no e 1 astenuto. Dopo il via libera alla questione di fiducia avvenuta in mattina, nel pomeriggio i gruppi hanno trovato l’accordo per anticipare anche lo scrutinio sul testo, che ora passa al vaglio del Senato.
“Dopo cinquant’anni di chiacchiere, si passa finalmente ai fatti per unire e modernizzare il Paese“, festeggia sui social il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. “E’ un’opera che rappresenta un tassello prioritario e non più procrastinabile nella più complessiva strategia di ammodernamento della rete ferroviaria e stradale del Meridione d’Italia”, rivendica in Aula Aldo Mattia, deputato e membro della commissione Ambiente in quota Fratelli d’Italia. Per il partito della premier e per l’intera maggioranza, spiega, “è anche un’opera che potrà rappresentare un vanto per la Nazione, al quale guardare con ammirazione e stupore, una grande opera dell’ingegneria e della tecnologia italiana”. Per il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, che rappresentava l’esecutivo a Montecitorio, quella di oggi è “una giornata storica“. Perché “il governo, di cui Forza Italia è parte leale ed essenziale, sta portando a compimento una obiettivo strategico e storico del presidente Silvio Berlusconi e di FI“, scrive in una nota. “Siamo convinti da sempre che questa opera farà onore all’Italia e rilancerà l’economia delle regioni meridionali“, rivendica il collega di partito, Giovanni Arruzzolo, intervenendo nell’emiciclo della Camera in fase di dichiarazione di voto. “Lo facciamo – spiega – anche per dare un segnale, ovvero, superare il pregiudizio ideologico e le logiche anti-sviluppo e pseudoambientaliste che hanno già prodotto danni enormi al Paese e al Sud”.
Per il Pd, l’unica motivazione di questo decreto, che “resuscita di fatto solo la vecchia Società costituita dall’ultimo governo Berlusconi per realizzare il Ponte, sono i possibili contenziosi che rischiano di arrivare ad un miliardo di euro”, sostiene Marco Simiani, capogruppo dem in commissione Ambiente. Dell’opera, ricorda, “non c è traccia: il governo ha già infatti ammesso che non c’è un progetto, non è stata quantificata la spesa e soprattutto non ci sono i finanziamenti. Quando la destra abbandonerà gli spot elettorali per affrontare con serietà il problema del gap infrastrutturale del Sud del paese saremo pronti a confrontarci”. Alza gli scudi anche il Movimento 5 Stelle: “Questo decreto verrà ricordato come il decreto degli sperperi, ma voi state superando il limite del buongusto“, tuona il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri, in Aula. “Destinate 7 milioni per organizzare delle passeggiate ai cantieri. Ma vi rendete conto di quanto sia offensivo spendere 7 milioni in questo modo quando con 22 si potrebbe completare la strada Sila-Mare in cui proprio la settimana scorsa è crollato un Ponte? State dicendo ai cittadini: la nostra pubblicità e la nostra propaganda, la pagate voi“, lamenta l’esponente pentastellato, secondo cui “questo governo applica logiche di austerity quando si tratta di aiutare il ceto medio e le persone in difficoltà e logiche di sperpero quando si tratta di favorire I processi speculativi”.