Le scosse del bradisismo possono durare un mese, un anno, possono evolversi, possono estinguersi. Non esiste alcuna certezza. “La comunità scientifica non è nelle condizioni di intercettare l’evoluzione del fenomeno”, conferma il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, dopo il vertice interministeriale sui Campi Flegrei a Palazzo Chigi, presieduto dalla premier Giorgia Meloni.
Un incontro “interlocutorio di aggiornamento”, fa sapere Musumeci, voluto dalla presidente del Consiglio per fare il punto sulla situazione, dopo la scossa di magnitudo 4.4 che ha creato “comprensibile allarme”, osserva il ministro. Cerca di fare chiarezza e non creare troppo allarme, ma precisa che il governo non si farà trovare impreparato. Oggi infatti si è riunita la commissione Grandi Rischi e l’orientamento sarà, anticipa il ministro, “quello di confermare l’allerta gialla”.
L’esecutivo ipotizza alcune iniziative dopo il decreto 140, adottato a ottobre, il primo provvedimento di prevenzione sui Campi Flegrei. “Il primo in assoluto – precisa Musumeci – dalla nascita della Repubblica”. Le iniziative sono cinque: delimitare la zona del bradisismo, verificare la vulnerabilità degli edifici, pubblici e privati, ricadenti in quella zona; un Piano di comunicazione alla popolazione; una pianificazione speditiva, per l’emergenza. E la verifica funzionale di infrastrutture, a partire dalle scuole, e poi per mobilità e servizi essenziali.
Sono tre i Comuni interessati dalla zona rossa del bradisismo (Napoli solo nei municipi IX e X, Bacoli e Pozzuoli) da non confondersi con la zona rossa del rischio vulcanico, che comprende sette comuni. In quell’area persistono tre rischi contemporanei: sismico, vulcanico, bradisismico. In più, ricorda Musumeci, “si tratta di un vulcano molto molto complesso”. In quell’area sono stati realizzati migliaia di edifici, ci vivono 80mila persone, “è facile comprendere come l’eccessiva antropizzazione, che andava impedita in passato, crei problemi sul piano speditivo di evacuazione”, osserva. Ci sarà in effetti una norma che impedirà la costruzione di nuovi edifici in territorio soggetto a bradisismo perché “è stato un errore del passato incoraggiare nuove costruzioni nell’area“, spiega.
Il ministero per la Protezione civile lavora con la Prefettura, con i comuni, la Regione, per definire, nei prossimi giorni, un piano di evacuazione che “resta nel cassetto, ma in caso di necessità deve essere attuato”, avverte. Cento tecnici sono al lavoro con 55 squadre per la verifica della vulnerabilità degli edifici privati. “Escludiamo case abusive e seconde case“, precisa il ministro. Sulle prime case c’è una ricognizione che richiederà qualche mese di tempo, il governo poi valuterà l’importo e determinerà l’intervento finalizzato a mettere in sicurezza i cittadini che vivono in quella area. Si stima che la metà di 8mila edifici sia esposta a rischio, 1.250 case sarebbero a elevato rischio, 2.750 a medio rischio.
Quanto alle strutture pubbliche, le stime saranno fatte nei prossimi giorni ma “servono oltre 500 milioni di euro complessivamente”, precisa. Si inizierà a intervenire per mettere in sicurezza le scuole, di ogni ordine e grado, che sono circa quaranta. Il metodo Sismabonus è escluso: “Troveremo soluzioni più celeri e migliori. Ci sono due o tre ipotesi allo studio, stiamo cercando di capire se non sia anche utile la strada di sostenere un cittadino che volesse delocalizzare”, scandisce. D’altra parte, ammette, “Chi ha scelto di vivere nell’area dei Campi Flegrei sapeva di vivere in un’area difficile che presenta rischi. Ci ricordiamo della vulnerabilità dell’area solo quando la terra trema e arriva la scossa e questo è un grande limite, dobbiamo dare vita a convivenza vigile col pericolo. Sono luoghi meravigliosi ma se decidi di stare in quel luogo ci devi aiutare a promuovere una convivenza responsabile. Più comunicazione e maggiore consapevolezza”.