Castelli (Libertà): “Case green una follia, il sovranismo non è una parolaccia”

La presidente di 'Sud chiama Nord' e candidata alle Europee con la lista Libertà al #geatalk. Sulla Tav "non ho cambiato idea, resta un'opera inutile"

Il sovranismo? Non è una parolaccia. Laura Castelli, presidente di ‘Sud chiama Nord’ e candidata alle Europee con la lista Libertà, spariglia subito le carte nel corso del #GeaTalk: “Dobbiamo distinguere le destre dal sovranismo – dice – perché il sovranismo viene additato come una brutta parola, in realtà per noi significa continuare a difendere l’Italia in quelle direttive che oggi si dimenticano di cosa i Paesi hanno bisogno“. Perché per l’ex viceministra dell’Economia, “la difesa della sovranità significa anche spiegare un’Europa che cerca di fare norme uguali per tutti”, senza però “prenderci in giro: non è possibile che partiti che urlano di essere antieuropeisti, che dialogano con le destre poi in realtà stanno al governo e approvano qualunque direttiva”.

L’obiettivo della lista Libertà è di varcare la soglia della speranza del 4% ma soprattutto gettare le basi per consolidarsi a livello nazionale “non solo al Sud o in Sicilia, dove siamo il primo partito, ma anche al Nord, proponendo soluzioni ai problemi e non fornendo solo slogan“. Intanto la sfida europea è alle porte, con posizioni che non sono interlocutorie ma nette. Come sul tema delicato delle case green: “Dietro le case green non c’è l’ambiente, dietro le case green, c’è la necessità di aggredire i patrimoni immobiliari, patrimoni che in Italia sono molto presenti e che sono la cultura del nostro Paese“, l’istantanea scattata da Castelli. “Tu non puoi dire a una famiglia: devi per forza mettere da parte 50-60 mila euro per fare la ristrutturazione energetica della tua casa e se non ce l’hai vai in banca che ti danno un mutuo a tasso agevolato. Se non riesci a farlo arriva una Imu europea che ti fa pagare ciò che non riesci a risparmiare a livello di emissioni di Co2. Quindi la tua casa viene svalutata”, sottolinea. “Questa spesa obbligatoria senza incentivi da parte dell’Europa è follia”, la sintesi del pensiero.

Più che la Difesa comune sarebbe necessaria “una diplomazia comune europea. Ritengo che siamo andati un po’ troppo verso il modello economico di guerra. La guerra che fa fare economia e fa fare Pil, perché si continuano a produrre armi e si continua a venderle agli Stati“, evidenzia Castelli. La quale apre all’idea del reddito di cittadinanza europeo lanciato da Pasquale Tridico (“ero al governo insieme a Luigi. Di Maio, ho costruito l’infrastruttura del reddito di cittadinanza, la parte che ha permesso di incrociare i dati. Le truffe che sono venute fuori erano impensabili, non avevamo immaginato che ci fossero delle sovra-organizzazioni che le avrebbero messe in piedi“) e chiude alla Tav: “Stiamo parlando di un’opera che oltre a essere poco funzionale al territorio si è estesa e ha allungato alcuni pezzi per interessi commerciali ed economici di qualcuno“. Perché, rincara Castelli, “non è solo una questione di Valsusa, è una questione che riguarda come collegare l’Europa e questo tipo di opera è venuto fuori che non conviene a nessuno. Si diceva: non è facendo andare le mozzarelle più veloci che facciamo il bene dell’economia. Io continuo a essere contraria quest’opera”.