Censi: “L’incertezza causata dalla guerra non ferma il green deal”

Arianna Maria Censi, membro del Comitato europeo delle regioni, parla delle politiche legate alla sostenibilità: "Proporremo un modello qualitativo di città che farà la differenza"

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“No”, sulle politiche di sostenibilità non si torna indietro, neanche di fronte alla guerra in Ucraina e alle questioni ad essa legata. Non potrebbe essere più chiara Arianna Maria Censi (PD/PSE), assessora ai Trasporti del Comune di Milano e unico membro italiano del gruppo di lavoro Green Deal – Going Local che il Comitato europeo delle regioni ha istituito proprio per dare maggior impulso ai lavori su dossier sempre più strategici, perché i territori avranno un ruolo centrale. “La qualità del modello di città che noi proporremo farà la differenza”, spiega a GEA.

Onorevole Censi, quali obiettivi vi ponete con il gruppo Green Deal – Going Local?

“Accompagnare le grandi politiche europee di sostenibilità – dalle performance legate alla qualità dell’ambiente al miglioramento della qualità della vita in città – e condizionare le politiche europee. Poi certamente c’è il tema dell’energia, la produzione dell’energia attraverso fonti rinnovabili, e il tema della sostenibilità come motore della ripresa, della competitività e della green economy e di Economia dell’innovazione. Questi due elementi che sono fondanti della competitività dell’Europa nei prossimi anni sono al centro della discussione”.

La guerra in Ucraina, con la questione energetica, mette in difficoltà i lavori sul green deal?

“Io penso di no. Ognuno può produrre energia in maniera più rispettosa dell’ambiente. Il costo dell’energia non è calcolato unicamente sulla base del costo del gas ma può essere calcolato sulla base di scelte di produttori di energia, che sono anche energie rinnovabili e sostenibili, produce un costo inferiore e genera una consapevolezza dell’importanza di queste politiche, che sono vicine ai cittadini”.

Serviranno molte risorse. Non teme che gli investitori possano aspettare ad investire dato il clima di incertezza?

“No. Penso sia uno stimolo per andare in questa direzione. Ci sarà un momento in cui tutto questo finirà, e le qualità del modello di città che noi proporremo farà la differenza. Quindi ancora di più le città dovranno interpretare questo spirito innovativo”.

Il Comitato delle regioni, invece, che ruolo svolge?

“Un lavoro molto importante. Innanzitutto ha il grande merito di avvicinare istituzioni europee ai cittadini, e i cittadini, attraverso i propri rappresentanti di regioni, alla comunità europea. Noi siamo chiamati a condividere con i nostri cittadini le politiche che facciamo, e contemporaneamente avvicinare loro alle politiche europee. Una voce dell’Europa che non era molto conosciuta, ma l’Europa ha cambiato atteggiamento”.

Lei è l’unica italiana nel gruppo di lavoro. Come si riesce a portare avanti le istanze anche di altri città e altre regioni italiane?

“Io rappresento innanzitutto il Partito socialista europeo. Le politiche sono politiche di orientamento, di strategia, chiaramente. In più Milano, di cui ho il privilegio di fare l’assessore, è in relazione con Roma, Torino con Bologna con Napoli o le grandi città in cui naturalmente si costruiscono politiche che possano essere poi nella disponibilità di tutto il resto del Paese. Ma sono stata nominata dall’associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI), e quindi le politiche che noi costruiamo sono diffuse capillarmente attraverso questa associazione. Sta a noi rappresentare al meglio le nostre comunità, com’è giusto che sia, e gli interessi complessivi di comunità simili del nostro Paese. Milano ha sempre agito in questo senso, e credo che continuerà a farlo”.

Prossima riunione del gruppo?

“Il 13 maggio. Stiamo organizzando la riunione con la commissione ENVE per condividere la nostra politica, e per promuovere la nostra attività”.

Come procede il dialogo con la Commissione?

“Noi abbiamo iniziato a lavorare a gennaio 2020, per cui la nostra fisicità sta riprendendo adesso. L’attività da remoto è diversa, ma ho sempre molto apprezzato la presenza dei rappresentanti della Commissione e Parlamento ai nostri lavori. Questo dà l’idea di come ci sia la consapevolezza che il il rapporto con le comunità è importante”.

A tal proposito, per la prima volta avete partecipato, come Comitato europeo delle regioni, alla Conferenza delle parti delle Nazioni Unite, la COP26 di Glasgow. È una nuova pagina per il Comitato?

“È un grande riconoscimento. È la consapevolezza, come dicevo, dell’importanza delle città, riconosciuta da Commissione e Parlamento Ue, e anche da parte degli organizzatori della COP. Hanno capito che anche la presenza degli amministratori locali è importante per le decisioni in questo ambito”.

Sarete presenti anche alle prossime COP?

“Lo do per scontato. La trovo una cosa utile per tutti”.