
La disparità salariali, i cambiamenti della società moderna e la sicurezza sul lavoro sono priorità per Sergio Mattarella. Le parole del presidente della Repubblica alla cerimonia di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro 2025 sono un monito per chi ha il compito di assistere una società che cambia rapidamente conservando gelosamente “l’etica civile” del lavoro che la permea.
Il capo dello Stato usa queste precise parole per definire il lavoro: “Elemento permanente del nostro modello di comunità” che rappresenta “al tempo stesso, un diritto e un dovere”. Si parte da questo concetto fondamentale per arrivare a ragionamenti su quello che sarà il futuro. Perché “il lavoro sta cambiando”, dunque “occorre inserirsi nei cambiamenti per governarli e orientarli in direzione della giustizia e del rispetto di ogni persona”. Oggigiorno, infatti, le “dinamiche di mercato concorrono ad ampliare” gli “squilibri nelle retribuzioni” e ciò produce una distorsione che, mette in luce Mattarella, spinge “tante famiglie sotto la soglia di povertà nonostante il lavoro di almeno uno dei componenti, mentre invece super manager godono di remunerazioni centinaia, o persino migliaia di volte superiori a quelle di dipendenti delle imprese”.
Per il presidente della Repubblica, quella della dinamica negativa dei salari, è “una questione che non può essere elusa, perché riguarda in particolare il futuro dei nostri giovani, troppi dei quali sono spinti all’emigrazione”. Anche perché, ricorda, “le entrate fiscali dei dipendenti pubblici e dei pensionati a fornire allo Stato, attraverso le imposte, il maggior volume di risorse con quelle dei dipendenti privati”. Mattarella riconosce, poi, che la situazione occupazionale sta lentamente migliorando in Italia, ma nota e fa notare che “alla decrescita industriale corrisponde l’incremento dei comparti dei servizi”. Oltre a lanciare un allarme sui cosiddetti ‘contratti pirata‘, un “preoccupante fenomeno” in aumento nella giunga lei Contratti collettivi: 250 sono nel turismo e nel terziario, spesso “firmati da rappresentanze sindacali e datoriali scarsamente rappresentative, con vere e proprie forme di dumping contrattuale”.
In questo scenario, resta centrale la sicurezza. “Non ci stancheremo di ripeterlo: lavoro non può significare rischio di vita”, dice il presidente della Repubblica, ricordando le Stelle al merito consegnate poco prima ai familiari di Angelo Catania, Maurizio Curti, Loris Nadali, caduti sul lavoro. Alle parole di Mattarella arriva il plauso della politica, del mondo sindacale e delle associazioni datoriali. Delle riflessioni espresse dal capo dello Stato parla anche Giorgia Meloni al termine del Cdm che approva la Manovra 2026. La premier conferma che “in Italia c’è un problema legato ai salari”, ma allo stesso tempo afferma che “non si risolve da un giorno all’altro”. Elenca le azioni messe in campo dall’esecutivo, dal taglio del cuneo fiscale alla tassazione agevolata sulla parte di aumento dei contratti, e promuove l’operato della sua squadra: “Nei 10 anni precedenti al nostro governo, il potere d’acquisto diminuiva di oltre il 2% mentre nel resto d’Europa cresceva del 2,5%. Ora questa tendenza si è invertita”, segno che la strategia adottata “sta dando dei frutti”. Ma non basta e Meloni stessa ne assicura: “Punteremo nei prossimi anni ad aggiungere sempre qualcosa”.