Si procede con cautela sulla strada del nuovo regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili, con i Ventisette che spingono la proposta della Commissione, ma valutando attentamente tutte le implicazioni del quadro politico Ue sull’ecodesign dei prodotti. “La Commissione ci ha guidati nella disamina della proposta e ci sono diverse idee interessanti per la protezione dei consumatori e dell’ambiente“, ha confermato il ministro ceco dell’Industria e presidente di turno del Consiglio dell’Ue, Jozef Síkela, che ha però evidenziato anche le “preoccupazioni” dei 27 governi: “Il numero di atti delegati, il coinvolgimento degli Stati membri e il rischio di oneri amministrativi e per le piccole e medie imprese“.
Il regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili costituisce il pilastro del pacchetto di proposte dell’esecutivo comunitario presentato a fine marzo, che dovrebbe ampliare la gamma di prodotti coperti dalla legislazione e introdurre nuovi requisiti sulla durata e la riparabilità dei prodotti, per evitare lo spreco. “Il messaggio è chiaro, l’energia e le materie prime sono importanti per l’economia e l’ambiente” e la proposta della Commissione sull’ecodesign dei prodotti è “cruciale per il risparmio, la riduzione delle dipendenze e la fine della vulnerabilità da shock di approvvigionamento“, ha sottolineato con forza il commissario per l’Ambiente, Virginijus Sinkevičius: “Lo è ancora di più alla luce della guerra in Ucraina e della necessità di rispondere ai cambiamenti climatici“. A fargli eco il titolare per il Mercato interno, Thierry Breton: “Dobbiamo valorizzare le materie prime critiche contenute nei prodotti, come le terre rare che saranno sempre più scarse, abbiamo la necessità di riciclare, riducendo la nostra impronta ambientale“.
I punti essenziali della proposta riguardano “la creazione di un ponte tra transizione digitale e verde“, ha poi spiegato Breton, sottolineando che “più del 10% dei risparmi di energia sono dispersi per la non conformità dei prodotti“. Nella comunicazione della Commissione è prevista l’introduzione dell’obbligo di un passaporto digitale, con le informazioni sulla composizione dei prodotti così da renderli più facili da riciclare, riparare o garantire che siano tracciate le sostanze pericolose al loro interno lungo la catena di approvvigionamento. Al centro delle discussioni ci sono prodotti come quelli tessili, i mobili, materassi, pneumatici, vernici, detersivi, lubrificanti, ferro, acciaio e alluminio, ovvero tutte quelle categorie che hanno “un elevato impatto ambientale” e che presentano ampi margini di azione dal punto di vista della sostenibilità nella produzione e nel riciclo.
Secondo le stime di Bruxelles solo nel 2021 i requisiti di progettazione esistenti hanno consentito ai consumatori europei di risparmiare 120 miliardi di euro in bollette energetiche. Ecco perché, alla luce del caro-prezzi e della crisi dell’energia i Ventisette potrebbero accelerare sulla strada dell’ecodesign dei prodotti. Lo stesso commissario Breton ha confermato la volontà di portare avanti “la più vasta gamma di consultazioni” con il comparto industriale e tutte le parti interessate, in modo da rendere la definizione dei dettagli negli atti delegati il più condivisa e solida più possibile. “Continuiamo le discussioni sulla sostenibilità ambientale dell’Unione”, ha sottolineato il ministro ceco Síkela, esortando ad “aumentare la resilienza del Mercato Interno, anche in relazione all’aumento dei prezzi dell’energia“.