Sono passate da poco le 16.30 di giovedì quando, nell’aula della Camera, succede qualcosa che non ha precedenti. La risoluzione di maggioranza sullo scostamento di bilancio (3,4 miliardi nel 2023 e 4,5 miliardi nel 2024) non raggiunge la richiesta e necessaria maggioranza assoluta dei componenti della Camera e viene così respinta, creando un cortocircuito. Lo scostamento viene respinto per soli sei voti: 195 i favorevoli, 105 gli astenuti e 19 i contrari. Per l’approvazione sarebbero serviti 201 voti. A questo punto, la mancata approvazione non consente di votare le risoluzioni sul Def.
Tutto si blocca, forse nel momento peggiore. Proprio mentre la premier Giorgia Meloni si trova fuori Italia, a Londra, ed è più difficile serrare i ranghi. Unica soluzione: convocare un Consiglio dei ministri d’urgenza per varare una nuova relazione con uno scostamento diverso, anche di pochissimo. Questo perchè è vietato votare per due volte lo stesso atto parlamentare. E’ l’unica soluzione percorribile, in corsa, non potendo ripetere il voto. E questo accade. Un Cdm lampo, che dura meno di dieci minuti, modifica la Relazione sullo scostamento di bilancio, senza toccare di una virgola il Def. Confermati i saldi di finanza pubblica, mentre la nuova Relazione, si legge in una nota, “la nuova Relazione sottolinea le finalità di sostegno al lavoro e alle famiglie oggetto degli interventi programmati per il Consiglio dei ministri già fissato per il 1° maggio”.
Intanto le opposizioni, che al momento del voto ci hanno messo qualche istante a capire quanto accaduto, vanno all’attacco. “Delle due l’una: o siamo di fronte a un episodio di imperdonabile sciatteria o alla prova conclamata delle divisioni della maggioranza. In entrambi i casi si dimostra la totale inadeguatezza di questo Governo e di questa maggioranza, che dovranno risponderne davanti al Paese“, scrive in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein, parlando di “dilettantismo”. Mentre i Cinque Stelle chiedono che Meloni salga al Colle per “farsi consigliare da Mattarella” dopo un “fallimento epocale”.
La situazione resta critica. La Relazione sullo scostamento dovrà essere nuovamente votata oggi prima alla Camera, alle 11.30, dove se nulla osta si voterà anche il Def, e subito dopo in Senato, alle 14. L’obiettivo è ottenere il via libera dal Parlamento rapidamente, in modo da poter confermare l’appuntamento di domenica con i sindacati e poi il Consiglio dei ministri del Primo maggio. E il Governo, che fra le mani ha già la delicata situazione del Pnrr, non può permettersi scivoloni economici.