È stato chiaro, Mario Draghi, nell’esprimere i concetti che sono scaturiti dal lungo e cordiale faccia a faccia con il presidente americano Joe Biden. Chiaro, quasi esplicito, come sa esserlo il premier italiano quando vuole spiegare dinamiche a non tutti chiare. Lo ha fatto da Washington, ‘ospite’ della nostra ambasciata, davanti alla stampa internazionale. Il tema dell’energia è stato dirimenti: “L’ipotesi a un tetto per il prezzo del gas è stata colta dal presidente Biden con favore”, ha detto. Sottolineando, però, che l’amministrazione americana è indirizzata maggiormente sull’istituzione del “tetto sul prezzo del petrolio”. Questo perché entrambi i leader si ritengono “insoddisfatti” del funzionamento del mercato attuale. Il premier, inoltre, ha specificato che esiste una motivazione particolare per questa scelta: l’Europa, attualmente, gode di un potere di mercato come compratore del gas e, tale potere, deve essere esercitato. Questo permetterebbe anche di “ridurrebbe gli aiuti finanziari” verso la Russia.
La soluzione pacifica della guerra in Ucraina, l’inizio di un dialogo serio con Vladimir Putin, sono le strade da battere, anche se le posizioni di Draghi e Biden in questo senso non sono proprio coincidenti. È ovvio, ad ogni modo, che prima si risolve la grana del conflitto e prima si tornerà a una sorta di normalità energetica. Tra l’altro, per quanto riguarda il gas, c’è l’incognita dei pagamenti. In euro? In dollari? In rubli? La risposta data da Draghi è stata tutto un programma: “Non c’è stata una dichiarazione ufficiale su ciò che significa violare le sanzioni dunque nessuno ha detto niente se il pagamento in rubli possa violare o meno le sanzioni”. Il presidente del Conisiglio l’ha definita “zona grigia”, citando il caso della principale compagnia energivora tedesca, “che ha già fatto già pagamenti in rubli”. Così come “alcuni dei principali importatori europei hanno già aperto i conti in rubli”.
Non meno delicato il tema del petrolio, che sta spaccando la Ue. Draghi è andato oltre per superare le divergenze di vedute, così la stessa riflessione che è stata fatta per il gas dovrebbe essere riproposta per il petrolio: “L’idea è di creare un cartello di compratori o, e questa strada è preferibile, a persuadere l’Opec ad aumentare la produzione“.