Il governo mette in campo nuove misure per fronteggiare l’inflazione dovuta alla crisi dei prezzi scatenata dall’aumento di materie prime ed energia. Due nuovi decreti: uno che proroga il taglio delle accise sui carburanti (con la novità del metano, oltre a benzina e gasolio) fino al prossimo 8 luglio, l’altro da oltre 14 miliardi che servirà a sostenere le filiere produttive, le famiglie e i cittadini in questa fase di incertezza e rincari. Gea ne ha parlato con la presidente della commissione Ambiente della Camera, Alessia Rotta.
Presidente, come giudica le mosse del governo?
“Un giudizio positivo che va in continuità con l’azione fatta finora dal governo: quasi 15 miliardi investiti per 29 milioni di famiglie, 6 milioni di imprese. Significa che il governo ha messo al centro della sua politica il tema energetico, che è strettamente collegato con la transizione. Perché la transizione non è un problema, sarà la soluzione“.
Ci sono diverse misure per famiglie e imprese, ma anche dall’Europa l’Italia aspetta risposte.
“Come tutte le transizioni è un percorso da fare, un processo in cui nessuno deve essere lasciato indietro e soprattutto bisogna tenere a cuore gli asset italiani. Non possiamo permetterci che nessuna famiglia rimanga indietro, che nessuna famiglia venga svantaggiata, non possiamo che ciò che sta accadendo e quello che sta compiendo la Russia nei confronti dell’Ucraina fermi i nostri valori occidentali e fermi il nostro mpondo, quello produttivo e quello sociale in particolare. Quindi, bene il bonus sociale, bene gli interventi che riguardano anche il proseguimento di quello che abbiamo fatto sulla transizione per quanto riguarda le rinnovabili, bene le richieste che abbiamo fatto anche all’Europa, in particolare per un price cap europeo e anche la distinzione tra quello che devono essere i prezzi dell’energia prodotte con rinnovabili. Quindi il giudizio è assolutamente positivo“.
Qual è la sua visione sulla strategia portata avanti dall’esecutivo?
“Provvedimenti che vanno in continuità con quanto fatto finora, con una chiara dirittura: quella della sicurezza energetica del nostro Paese. A lungo si è detto che l’Italia non ha avuto una politica energetica, io guardo al passato non tanto con le lacrime di coccodrillo, che oggi non servirebbero, ma con interventi a immediato termine. C’è bisogno di risposte immediate, c’è bisogno di risposte a medio-lungo termine: progettare oggi per avere domani. Credo che quanto abbiamo fatto sulla semplificazione e sull’accelerazione sulle rinnovabili abbia un grande segno. Credo che quanto fatto sul gas, in particolare, come energia di transizione, in virtù degli obiettivi cogenti che dobbiamo raggiungere al 2030 e al 2050, abbia una coerenza. E credo che la diversificazione delle fonti energetiche di approvvigionamento rispetto alla Russia in altri Paesi, ma anche con aumento della produzione di gas nazionale, vadano nella direzione giusta“.