Fratoianni-Bonelli: “Così va applicato il Green deal, serve una eco-tassa”

Gli esponenti di Alleanza Verdi Sinistra intervistati al #GeaTalk sulle elezioni Europee dell'8 e 9 giugno

Vorrei dire agli italiani: non rassegnatevi. Esiste una politica che ha il coraggio di metterci la faccia e fare quello che dice“. Lo racconta dritto, Nicola Fratoianni, uno dei due leader di Avs. “Abbiamo una grande scommessa: la giustizia climatica e la giustizia sociale legate tra loro assieme alla grande scommessa della pace. Ognuno di noi con il voto può fare la differenza”, aggiunge Angelo Bonelli nel corso di #GeaTalk orientato sulle prossime, imminenti elezioni europee.

A Bruxelles ha tenuto banco il Green Deal e anche la prossima legislatura non potrà fare a meno di prendere in considerazione il cambiamento climatico, la decarbonizzazione la salvaguardia del Pianeta. “Il Green Deal non ha avuto nessun tipo di applicazione”, tuona Bonelli. Che poi piazza una stoccata alla presidente della Commissione uscente: “Noi abbiamo degli obiettivi climatici, voluti anche da von der Leyen, che poi ha cambiato idea per farsi rieleggere. Stiamo parlando di alcuni problemi, come i pesticidi, messi da parte per fare un favore all’agroindustria. Questo è il punto. La norma del 4% dei terreni messo a riposo è nella Pac, che non abbiamo mica votato noi, l’ha votata anche Fdi. C’è un livello incredibile di mistificazione della realtà a proprio uso che prescinde dai contenuti”. Quindi “il Green Deal va applicato, investendo sulle rinnovabili, facendo una legge sullo stop al consumo di suolo, facendo una politica di efficientamento delle case”.

“L’Europa può fare molto nella lotta al clima, ma l’Italia, questo governo, vuole far fare meno all’Europa. La destra spinge per fermare una serie di conquiste“, sostiene ancora Bonelli. A partire, afferma, dalla legge sui pesticidi: “Gli italiani devono sapere che ogni anno oltre 100mila tonnellate di pesticidi vengono buttati sui suoli agricoli e tornano negli alimenti. Noi ci stiamo battendo, esistono delle deroghe. Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, invece di occuparsi delle farine di grillo, costringe gli italiani a prendere quantità incredibili di pesticidi, anche quelli vietati dall’UE”, aggiunge. In sintesi, ”oggi il problema non è rallentare le politiche sul clima, ma è fare presto per dare un futuro alle generazioni che verranno“.

Fratoianni sostiene che i fondi per la transizione verde vadano recuperati attraverso una patrimoniale green: “Nel mondo non siamo tutti egualmente responsabili di questa crisi, ma gli effetti non possono essere pagati tutti in egual modo – argomenta -. Occorre il coraggio di osare un cambio di paradigma e intervenire per rendere concreta una conversione giusta, dicendo che a pagare i costi non possono essere coloro i quali hanno già pagato“. In questo senso nasce l’idea della tassazione “sugli extraprofitti delle aziende energetiche, delle banche, delle aziende militari. Noi proponiamo una patrimoniale per accompagnare la conversione industriale“. E, rimarca Fratoianni, l’ecotassa non è accostabile alle Case green: “Stanno raccontando una balla. In quella direttiva non c’è scritto da nessuna parte, e sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario, che i costi dell’adeguamento siano obbligatoriamente a carico dei proprietari. Nessuno dice ‘devi pagare quella cosa o incorri in una sanzione’. Smontiamo l’imbroglio della destra e poi costruiamo gli strumenti“.

Il sì alla Difesa comune (“L’Europa, sommando la spesa militare dei singoli Paesi, spende molto di più della Russia”, spiega Fratoianni) è netto, così come è netta la scelta di candidare Ilaria Salis, ai domiciliari in Ungheria dopo una lunga carcerazione: “C’era una donna da 16 mesi in detenzione preventiva a cui sono stati negati diritti fondamentali, una vergogna totale. Di fronte a questa barbarie, che si aggiunge alla barbarie di un governo, quello di Orban, già condannato più volte per violazione dei diritti umani, la vediamo come una battaglia per la democrazia”, rimarca Bonelli. La speranza è di raggiungere il quorum del 4%, la certezza è quella di aver scelto di non candidarsi ma di lasciare spazio ad altri per il seggio di Strasburgo: “Siamo all’antica, non ci si candida per essere eletti e non fare quello per cui si è eletti, è un imbroglio. Se mi candido dico alle persone che le mie energie saranno messe al servizio di quel ruolo, non farlo sarebbe tecnicamente una truffa“, chiosa Fratoianni.