A Roma si accende l’albero di Natale ‘green’ ma è polemica: Pannelli deturpano paesaggio

L'abete, ribattezzato 'Fotovoltacchio', permette un taglio di emissioni di CO2 stimato in 17,55 kg al giorno. Ma per il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, l'impianto fotovoltaico non è stato autorizzato

Non c’è pace per l’albero di Natale di piazza Venezia a Roma, sempre al centro delle polemiche. E se per molti il ricordo corre all’abete della Val di Fiemme che arrivò già spoglio e agonizzante, guadagnandosi il soprannome di ‘Spelacchio’ e un titolo sul Guardian che lo ribattezzò ‘toilet brush’, quest’anno lo scontro è sull’alimentazione. Perché, al passo con i tempi, l’albero si illumina a risparmio energetico, con un impianto fotovoltaico per ridurre i consumi.
È stato acceso giovedì 8 dicembre, alimentato dall’impianto da 16 kWp, con accumulo di energia attraverso batterie agli ioni di litio da 25 kWh. Un sistema che consente un risparmio atteso di 27 kWh al giorno e che fornirà l’eventuale energia eccedente direttamente alla rete di distribuzione. Il taglio delle emissioni di CO2 si stima in 17,55 kg al giorno che, per tutta la durata dell’illuminazione, equivalgono a 526 kg di CO2.
“Il messaggio che intendiamo lanciare anche per queste festività – osserva il sindaco di Roma, Roberto Gualtieriè che bastano gesti semplici per fare la differenza. Una scelta forte, innovativa che non è solo simbolica ma che vuole rappresentare l’impegno di Roma nel promuovere con forza una cultura della sostenibilità, anche tenendo conto del delicato momento storico internazionale legato alla guerra in Ucraina e al protrarsi di una pesante crisi energetica. Rispetto dell’ambiente, risparmio energetico, pace: celebriamo questo Natale illuminando la piazza e la via più importante della città con un messaggio di fiducia e speranza verso un futuro sostenibile e solidale”.

Un gesto che voleva essere al tempo stesso concreto e simbolico, ma non compreso da tutti. Secondo il consigliere comunale leghista Daniele Giannini, i pannelli fotovoltaici deturperebbero la bellezza della piazza: “Dopo Spelacchio arriva ‘Fotovoltacchio'”, afferma, chiedendo: “Dov’è finita la vera magia del Natale romano? Possibile che la Capitale d’Italia non possa avere un abete degno e bello come le altre più grandi metropoli del pianeta?”.
Per il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, si tratta di “una finta battaglia ambientalista, diseducativa. Un’idea alla Greta Thunberg…come se bastasse mettere lì due pannelli per quattro palle mentre al Gianicolo, davanti alla Fontana dell’Acqua Paola, sostano i compattatori dell’Ama”.
Il critico d’arte si è rivolto alla Sovrintendenza perché, spiega, “questi pannelli non sono autorizzati e per il suolo pubblico occorre avere un’autorizzazione”. Da sempre, Sgarbi è contrario al fotovoltaico e all’eolico: “Le ritengo forme di pornografia rispetto all’Italia, però tutto questo è una mia posizione che ho fatto diventare anche istituzionale e ne faccio una battaglia in difesa del paesaggio”. E conclude sottolineando come sia “tutto sbagliato. È sbagliato rispetto al paesaggio, è sbagliato rispetto al luogo perché lo contamina. È sbagliato rispetto a un messaggio simbolico, quindi un messaggio che dà l’idea che quello è il bene, ed è sbagliato sul piano estetico”.

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